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Cronaca
Sicurezza stradale

Sud Astigiano, cinghiali senza controllo e si moltiplicano gli incidenti stradali

I numerosi branchi avvistati nella zona Cev stanno mettendo a repentaglio la sicurezza. La conferma arriva dai sindaci e da Libera Caccia.

Senza controllo. Questa è la proliferazione dei cinghiali dagli inizi di ottobre a seguito dell’istituzione della cosiddetta zona Cev (controllo di espansione virale) introdotta dal Commissario Straordinario per la Peste Suina, Filippini, in cui è vietato cacciare i cinghiali. Una zona franca, per gli ungulati selvatici, pensata per non “disturbarli” e dunque limitare la loro dispersione sul territorio dovuta alle braccate dei cacciatori. Il tutto per impedire che si diffonda ulteriormente la peste suina.

Una zona Cev che è stata tracciata a 10 chilometri a nord e sud delle maggiori vie di transito (anche qui per impedire che i cinghiali fuggendo attraversino le autostrade e materiale organico di carcasse infette possa essere portato a molta distanza) e riguarda 27 Comuni astigiani per una superficie complessiva che supera il 30% dell’intero territorio provinciale.
«Una follia – dice Alberto Allineri, presidente di Libera Caccia di Asti e vice presidente Atc – Tanto i branchi di cinghiali vengono dispersi sia dai lupi che li attaccano, sia da noi cacciatori stessi che abbiamo libertà, nella zona Cev, di cacciare tutte le altre specie di selvaggina. Tranne i cinghiali».
Il problema è che i cinghiali hanno capito di essere al sicuro e si stanno riproducendo ad una velocità non controllata.
«Quella zona è diventata un allevamento di cinghiali a cielo aperto senza controllo – prosegue Allineri – si pensi che ogni femmina diventa fertile dagli 8 mesi di vita e con gli inverni miti dovuti al cambiamento climatico arrivano a fare anche 3 cucciolate l’anno. E i risultati già si vedono perchè con le nostre termocamere abbiamo avvistato branchi mai visti prima per numero di capi».
Nelle parole di Allineri c’è anche molta amarezza.
«Fra due mesi ci saranno le semine e già sappiamo che gli agricoltori, giustamente, si lamenteranno per i danni nei campi. Ma non date la colpa a noi cacciatori. Ci siamo messi a disposizione a costo zero per cercare le carcasse di cinghiali nell’ambito dei monitoraggi del contagio di peste suina, in alcune zone della provincia abbiamo lavorato con le squadre al punto da riportare la popolazione di cinghiali a livelli fisiologici e adesso dobbiamo assistere impotenti a questa proliferazione selvaggia. Una stima approssimativa per difetto parla di un aumento di cinghiali del 50% in soli quattro mesi nella zona Cev e dintorni».
Un problema di cui anche i sindaci della zona sono perfettamente a conoscenza sotto un duplice fronte.
Da una parte quello delle preoccupazioni degli agricoltori che non mancano di segnalare i branchi vaganti per le campagne con il pensiero alle semine e alla prossima stagione vegetativa. Dall’altra la pericolosità dei cinghiali per la sicurezza stradale.
«Come sindaco e come consigliere provinciale delegato alla viabilità sono molto preoccupato – si dice Simone Nosenzo, primo cittadino di Nizza Monferrato – Perchè ormai sono tantissimi gli avvistamenti di numerosi cinghiali che si muovono in branco vicino alle strade, anche di giorno, mettendo in pericolo gli automobilisti, i motociclisti e chiunque transiti su strada. Capisco le restrizioni dovute alla peste suina, ma bisogna trovare soluzioni per riprendere gli abbattimenti, perchè non possiamo restare inerti di fronte ai numeri esponenziali di riproduzione cui stiamo assistendo».
Gli fa eco Massimo Fungo, sindaco di Rocchetta Tanaro: «Da noi c’è una vera e propria invasione, soprattutto di notte. Qualunque strada si percorra si incontrano più gruppi di cinghiali. Sono aumentati gli incidenti stradali anche se non tutti vengono denunciati».
E di incidenti stradali parla anche Christian Vercelli, sindaco di Belveglio, altra zona popolatissima di cinghiali: «Mi segnalano tantissimi scontri con cinghiali o fuoriuscite di strada a causa di loro attraversamenti improvvisi. Il problema è che molti, se non ci sono danni grossi, non chiamano i carabinieri per rilevarli e così le statistiche ufficiali sono molto sottostimate rispetto alla realtà e non consentono di rappresentare la vera emergenza». E il presidente Atc, Antonello Murgia, proprio recentemente, in una riunione ha posto la domanda precisa: «In caso di incidenti gravi con cinghiali, chi risarcisce?».

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Una risposta

  1. Capisco l’ansia e le preoccupazioni degli amministratori e dei cacciatori che non dimentichiamo sono stati i principali fautori di una scellerata imissione nel ns territorio negli anni 80 di questa specie di cinghiali ma deve far pensare il fatto che dopo anni di battute al cinghiale il problema non si è risolto anzi la situazione è peggiorata, quindi strategia sbagliata e tenete conto che molto incidenti sono causati da cinghiali in fuga dalle battute.

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