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Tentato omicidio in corso VeneziaLa polizia arresta due albanesi
Cronaca

Tentato omicidio in corso Venezia
La polizia arresta due albanesi

Avvenne nella notte del 12 maggio 2014, quando un astigiano, uscito da un Centro sportivo di corso Venezia con un'altra persona per fumare una sigaretta, venne raggiunto ad un piede da un proiettile sparato da un'auto che ne inseguiva un'altra nella zona tra corso Savona e corso Venezia

Due albanesi sono stati arrestati dalla polizia per tentato omicidio, nell'ambito di un'operazione di indagine della Squadra mobile. I fatti sono quelli della notte del 12 maggio 2014, quando un astigiano, uscito da un Centro sportivo di corso Venezia con un'altra persona per fumare una sigaretta, era stato raggiunto ad un piede da un proiettile sparato da un'auto che ne inseguiva un'altra nella zona tra corso Savona e corso Venezia. Rimasto vittima, dunque, di una sparatoria in strada, un preoccupante episodio di rivalità tra gruppi di albanesi, che secondo la Questura si fronteggiano per il controllo dei traffici della prostituzione e della droga nella nostra città.

«Quella sera sono stati sparati una decina di colpi, con tre diverse pistole: una 7,65, una 9×21 e una 38 Special. L'azione era iniziata con colpi d'arma da fuoco sparati da una Passat contro un pub di corso Venezia, che si trova accanto alla sala giochi: in quell'occasione si verifica il ferimento del 40enne astigiano, del tutto estraneo a quanto stava accadendo – spiega il Capo della Squadra mobile Loris Petrillo – Le auto però non se ne vanno dalla zona, perché hanno come obiettivo un albanese che frequenta proprio quel pub gestito da albanesi. Il commando inizia una perlustrazione nella zona, finché scatta l'inseguimento in auto dell'uomo, che aveva tentato di sfuggire ai suoi aggressori mettendosi alla guida di una Punto. Lo inseguono in via Cuneo, gli sparano 7-8 colpi, a cui sfugge, e, abbandonata la vettura in via Cuneo, si rifugia a casa di un connazionale. È un 29enne, elemento di spicco di un gruppo di albanesi».

«Si tratta di situazioni e di persone da bloccare subito: il rischio è quello di un'escalation delle loro attività criminali, dalla prostituzione alla droga, alle armi – ha detto il Questore Filippo Di Francesco sabato in una conferenza stampa, in cui è stata illustrata l'operazione, con accanto il capo di Gabinetto Stefano Ceveriati, il Capo della Mobile Petrillo e i poliziotti della Squadra mobile, delle Volanti e della Scientifica – È stata un'indagine complessa, portata avanti con la metodologia classica e il supporto della tecnica». In arresto, per tentato omicidio e porto abusivo di armi, sono finiti Elvis Jata, 31 anni, bloccato in una villetta di Corsione, e Erjol Ceka, 26 anni, individuato in un appartamento di via Cotta, nella zona di corso Galileo Ferraris (prima ancora era stato localizzato in un'abitazione di Moasca).

«Si tratta di albanesi di “terza generazione”, un gruppo armato senza remore, che cerca di prendere il sopravvento per il controllo della droga e della prostituzione su altri gruppi di connazionali che in parte hanno già il dominio sulla città. A volte hanno relazione anche con romeni e macedoni. In particolare riteniamo che Ceka stia cercando di piazzare prostitute nelle zone di corso Alessandria e corso Torino», sottolinea il commissario capo Petrillo. «Qualche settimana prima della pericolosa scorribanda in strada, registrata dai filmati delle telecamere posizionate in zona, il pub era stato perquisito ed erano stati trovati 100 bossoli nascosti nel locale», ha aggiunto il Questore.

Marta Martiner Testa

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