L’aggressione ad inizio 2020
Si è tenuta la prima udienza preliminare, al tribunale di Asti davanti al gip Belli, per il tentato omicidio avvenuto ad Alba all’inizio di quest’anno.
Un episodio che ha i contorni dell’incubo per la trentenne che si è dovuta difendere con tutta la forza da un accoltellamento che avrebbe potuto avere esiti mortali.
E’ accaduto il 4 gennaio nella casa in cui la ragazza vive con i genitori che, in quel periodo, erano al mare per le vacanze natalizie. I due fidanzati si frequentavano da poco meno di un anno e la “casa libera” è sembrata una bella occasione per passare un po’ di tempo insieme.
Ha impugnato la lama del coltello per salvarsi la vita
Il ragazzo, coetaneo, si è fermato a dormire, ma nella notte è capitato qualcosa che lo ha fortemente agitato. Una notte “tribolata” che è culminata in una violentissima lite mattutina durante la quale lui ha tentato di colpire più volte all’addome la fidanzata con un lungo coltello da cucina. Lei prima ha cercato di chiudersi in una stanza e poi ha parato i fendenti afferrando la lama con le mani. E’ riuscita così a salvarsi da ferite che potevano essere letali ma ha riportato delle gravissime lesioni alle mani che, ancora oggi, non sono del tutto guarite. Momenti terribili per la ragazza fino a quando è riuscita a fuggire di casa e a chiedere aiuto da un vicino.
L’accusa è di tentato omicidio
L’intervento dei carabinieri ha posto fine all’incubo e il ragazzo è stato arrestato per tentato omicidio mentre la ragazza veniva soccorsa e i militari prendevano atto della scena in cui si era consumata l’aggressione dove il sangue schizzato su muri e pavimenti non lasciavano dubbi su quanto accaduto.
Su di lui la perizia psichiatrica
Inizialmente il ragazzo era stato posto ai domiciliari ma, dopo aver tentato di contattare la fidanzata, è stata disposta per lui la custodia cautelare fino alla perizia psichiatrica che lo ha dichiarato parzialmente incapace di intendere e di volere ma socialmente pericoloso. E’ stato nuovamente messo ai domiciliari con una sorveglianza particolare e in tale condizioni si è tenuta stamattina l’udienza davanti al gip Belli il quale ha disposto un’integrazione di perizia per valutare l’eventuale necessità di una misura di sicurezza provvisoria superiore.
Parte civile anche la famiglia della ragazza ferita
Stamattina è stata anche l’udienza in cui si sono costituite le parti civili. Oltre ovviamente alla ragazza assistita dall’avvocato Silvia Calzolaro, si sono costituiti anche i suoi genitori e il fratello, rappresentati dall’avvocato Marco Calosso nonostante i difensori dell’imputato, avvocati Lamatina e Barbesino si siano vivacemente opposti all’accoglimento dei famigliari nelle fila delle parti civili. Prossima udienza a metà luglio per il conferimento dell’incarico al perito che dovrà decidere, sulla base della pericolosità sociale dell’imputato, se deve essere sottoposto alla misura di sicurezza provvisoria.