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Cronaca
Tribunale di Asti

Villanova d’Asti: gps nelle serrature per risalire a chi le rubava dal magazzino e le rivendeva sotto banco

La Dierre ha incaricato un investigatore privato per i furti nei magazzini. Identificati 8 dipendenti e due esterni.

Un’indagine da telefilm poliziesco quella che è emersa nel corso del processo per alcuni furti di materiali avvenuti alla Dierre di Villanova qualche anno fa.
Il processo ha riguardato due imputati di ricettazione; erano accusati di aver ricevuto nottolini, molle e altri componenti dei modelli di portoncini più diffusi da alcuni dipendenti della grande e nota azienda di porte blindate.
Tutto è nato quando uno di essi ha pubblicato su un sito di compravendita on line, una serie di nottolini nuovi fabbricati dalla Dierre.
I vertici dell’azienda l’hanno letto e si sono insospettiti così hanno incaricato un investigatore privato che si è finto acquirente ed è entrato in contatto con il venditore.
Per capire da dove questo materiale provenisse, ha ordinato altri componenti molto specifici e il venditore ha assicurato che se li sarebbe procurati. Nel frattempo è stato applicato un rilevatore satellitare alle scatole del materiale richiesto oltre all’apposizione di telecamere interne e ciò ha consentito di tracciare l’uscita non registrata né regolare dallo stabilimento arrivando alla rosa di persone che sottraeva dai magazzini i componenti di serrature e porte blindate.
In tutto una decina di persone: otto dipendenti accusati di furto e i due “esterni” accusati di ricettazione.
Per i dipendenti il processo è terminato all’udienza predibattimentale nella quale l’azienda ha ritirato la querela dietro risarcimento danni. Anche gli imputati di ricettazione hanno risarcito ma trattandosi di un reato procedibile d’ufficio sono arrivati davanti al giudice Giannone, assistiti dagli avvocati Bona e Lavagetto che hanno chiesto il rito abbreviato condizionato alla deposizione dei due imputati.
Uno di loro (difeso dall’avvocato Lavagetto) ha spiegato che la prima vendita on line era di nottolini che lui aveva acquistato regolarmente dalla Dierre quando svolgeva attività in proprio di artigiano installatore. E che il successivo materiale (quello richiesto dall’investigatore, per intenderci) lo aveva chiesto ad un amico di famiglia che lavorava nell’azienda e che gli aveva assicurato di poterlo procurare senza immaginare che fosse provento di furto.
L’altro imputato (difeso da Bona) era accusato di un danno minimo, si parla di qualche guarnizione chiesta al fratello, dipendente Dierre, fra quelli per i quali era stata ritirata la querela. Anche lui non aveva la minima idea che quelle guarnizioni fossero state sottratte illegalmente dai magazzini.
Spiegazione che ha convinto il giudice Giannone il quale li ha mandati entrambi assolti con la formula “il fatto non costituisce reato”.

(Foto tratta da sito Dierre)

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