Asti sembra sempre più viva dal punto di vista musicale con nuove realtà dai contenuti artistici interessanti pronte ad affacciarsi sulla scena. Lultimo esempio sono i Noàis. Composti da Jacopo
Asti sembra sempre più viva dal punto di vista musicale con nuove realtà dai contenuti artistici interessanti pronte ad affacciarsi sulla scena. Lultimo esempio sono i Noàis. Composti da Jacopo Perosino (voce, chitarra acustica e piano), Luisa Avidano (violino), Paolo Penna (chitarra elettrica), Simone Torchio (basso) e Roberto Musso (batteria e percussioni), i cinque si sono formati circa due anni fa iniziando a lavorare sui brani scritti da Perosino secondo un modo comune di intendere la musica filtrata dalla sensibilità dei singoli componenti. Alle nostre domande rispondono Perosino e Torchio, dopo un applauditissimo concerto di debutto giovedì sul palco de La Corte di Palazzo Ottolenghi
Cosa significa Noàis?
Senza ghiaccio, liscio. Come il whisky migliore, al massimo con un sorso dacqua ogni tanto. Scriverlo in inglese ci sembrava lontano dal nostro modo di essere.
La vostra musica in breve?
Musica di viaggio, senza requie. Storie comuni raccontate a modo nostro. Ci divertiamo a suonarla insieme senza badare a dove arriverà.
Si notano riferimenti a Capossela. Vi danno fastidio i paragoni?
I paragoni ai grandi ci lusingano ma non devono sviare. Sarebbe spavaldo credere di essere totalmente originali nel panorama, piuttosto ci interessa esserlo nella proposta, cioè nelle storie che raccontiamo e nel modo col quale cuciamo loro addosso le musiche.
Alcuni componenti del gruppo provengono da altre esperienze musicali Paolo spazia metal al blues, Luisa è una violinista dellOrchestra Sinfonica di Asti, Simone si è formato sul rock e sul funk, Roberto ha girato parecchio tra celtica, folk irlandese e cantautorato. Uneterogeneità preziosissima per trovare un sound nostro che ancora non sentiamo definitivo.
Alcuni vostri brani sono ascoltabili gratuitamente sulla piattaforma Soundcloud
Ormai è necessario avere del materiale pronto da poter fare ascoltare al mondo esterno. Quei pezzi sono un primo, pacato approccio in qualità demo al nostro lavoro. Speriamo possa essere utile.
Per un futuro album preferireste unetichetta o lautoproduzione?
Oggi il panorama musicale si divide quasi ideologicamente su chi è sotto etichetta e chi si autoproduce, ci auguriamo di avere questa facoltà di scelta anche noi di fronte a proposte concrete.
Come vi è sembrato il debutto a Palazzo Ottolenghi?
Inaspettato, per affluenza di pubblico, energia e coinvolgimento. Ci siamo divertiti e la gente sembrava lo fosse altrettanto, ecco perché ringraziamo tutti, uno per uno compreso lo staff de La Corte. Vorremmo inoltre ringraziare Andrea Tangolo che ha curato i servizi fotografici e Vincenzo Piuma Penna, il nostro tecnico del suono.
Dove vi si può contattare oltre al profilo Facebook?
Twitter (@noaisband), Instagram (noaisband) o via mail (noaisband@gmail.com).
l.g.