Poco più di un quarto d’ora la sua presenza sul palco della kermesse musicale – Il direttore artistico Massimo Cotto: “Totale mancanza di empatia col pubblico”
Sarà stata la lunga attesa, il caldo, sarà che le aspettative erano molte, soprattutto perché si tratta pur sempre di un personaggio molto popolare, ma lo spettacolo di Fabio Rovazzi, ospite venerdì sera ad Astimusica, non è andato come molti si immaginavo, compresi gli organizzatori. Già alle 19.30, in piazza Cattedrale, i ragazzini con genitori e nonni al seguito hanno raggiunto le prime file davanti al palco per godersi meglio l’evento anticipato dal deejay Cugi. Biglietti a 12 euro per gli adulti, 10 i bambini.
La performance musicale di Cugi, a suon di musica remix, è andata avanti a lungo, anche più del previsto, scatenando cori di protesta quando, attorno alle 22.20, Rovazzi non si era ancora presentato sul palco. Solo poco dopo un veloce cambio alla consolle, alle 22.30 in punto, l’artista ha fatto il suo ingresso tra applausi (e qualche fischio). Alle 22.48 ha salutato Asti, uscendo di scena senza neanche un bis (in fondo ha cantato i suoi tre cavalli di battaglia e un’altra canzone) tra l’incredulità del pubblico che avrebbe gradito un po’ più di empatia e maggiore disponibilità a firmare autografi e scattare qualche selfie.
Capiamoci, Rovazzi, dietro al palco, zona però interdetta al pubblico, ha fatto ciò che tutti gli artisti fanno ad Astimusica: un po’ di autografi, foto ricordo, ma poi via veloce su un furgone nero, in compagnia della fidanzata che lo aspettava lì.
Da registrare almeno un bambino che si è sentito male, in attesa del concerto, e che è stato accolto nel punto Iren della piazza per essere visitato dal 118.
La serata è proseguita ancora con la musica dance, ma nel disinteresse dei più. Sui social network la delusione della serata con Rovazzi è tanta e cresce la polemica. Gli organizzatori si sono anche scusati su Facebook per l’attesa, e quindi per il ritardo con cui Rovazzi ha iniziato a cantare, ma non è bastato per alleggerire il carico di critiche mosse da più parti.
“Io non discuto l’esibizione, ma la totale mancanza di empatia col pubblico – commenta Massimo Cotto, direttore artistico di Astimusica – E’ salito sul palco in clamoroso ritardo e, anche se formalmente ha rispettato i termini del contratto, ha dato l’impressione che non gli fregasse nulla”. Eppure 4.500 persone presenti in piazza l’hanno atteso a lungo e adesso c’è anche chi pensa di chiedere il rimborso del biglietto.
“Se penso a tutti gli artisti che hanno calcato quel palco – continua Cotto – non me ne viene in mente uno che si sia comportato come lui”. Forse Rovazzi, portato ad Asti a gran richiesta dei più giovani, ha dimostrato di non essere ancora pronto ad uno spettacolo da protagonista assoluto. Più adatto ad un pubblico televisivo, per show alla Festivalbar, avrà modo di dimostrare nel tempo la sua capacità di gestire il successo e di sapersi confrontare dal vivo con quel pubblico della rete al quale deve, per buona parte, il successo di cui gode.
Riccardo Santagati e Alessia Conti