Cerca
Close this search box.
Biblioteca Astense tra passato e presente
Cultura e Spettacoli

Biblioteca Astense tra passato e presente

Le biblioteche hanno il potere di custodire per lunghissimi periodi di tempo i pensieri, i cambiamenti nel modo, di scrivere le diverse “mentalità” che si sono susseguite nel corso della storia.

Le biblioteche hanno il potere di custodire per lunghissimi periodi di tempo i pensieri, i cambiamenti nel modo, di scrivere le diverse “mentalità” che si sono susseguite nel corso della storia. Conservare la cultura è un’operazione di fondamentale importanza ed è per questo che tutte le città possiedono una biblioteca, come quella di Asti nata nel 1873. In realtà, di biblioteca se ne incomincia a parlare molto prima (nel 1848-50) ma, per mancanza di fondi, la sua apertura viene posticipata.
La nostra città, però, ne possedeva già una, aperta dal Seminario di Asti nel 1738, per volontà del vescovo Monsignor Todone che decise di mettere a disposizione della popolazione l’enorme mole di libri, che fino ad allora potevano essere utilizzati solo da chi frequentava il seminario. Le principali funzioni di una biblioteca sono quelle di conservare e prestare i libri, in modo da promuovere la lettura e diffondere la conoscenza, il sapere.

Inoltre al suo interno sono custoditi documenti, manoscritti e libri appartenenti al 1400-1500 facenti parte del nostro patrimonio storico e culturale; ecco perché questo centro del sapere deve essere tutelato ed aiutato con contributi da parte delle istituzioni. Ad affermare queste verità storiche è la direttrice della biblioteca, Donatella Gnetti, che parla anche di come dovrebbe essere riorganizzata la sua gestione nel prossimo futuro. “Un progetto che porterebbe dei grossi vantaggi per quanto riguarda gli aspetti economici – dice la direttrice – è quello di unire l’istituto musicale “Verdi” con la biblioteca astense, tutto sotto la gestione dell’Università, dividendo le spese e migliorando la collaborazione. Per adesso questo è solo un progetto che verrà realizzato quando si avranno la forza e la capacità di metterlo in pratica”. Infatti, la mancanza di fondi è uno dei principali ed attuali problemi della biblioteca, che tutt’oggi è finanziata dal Comune e, a partire dall’aprile del 2012, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti.

“In passato, precisamente fino al 2011 – afferma Donatella Gnetti – i contributi erano forniti, per il 50%, dalla Provincia e, per la restante parte, dal Comune, in quanto era un consorzio operante sul territorio della Provincia. Altri finanziamenti sono concessi dalla Regione Piemonte per i servizi che la biblioteca è ancora in grado di offrire, come il Bibliobus nato nel 2000 e operante nei 24 comuni aderenti. Questo servizio mette a disposizione dei piccoli comuni astigiani circa 1800 libri, portati da un camper una volta al mese, che possono essere presi in prestito dagli iscritti alla biblioteca. Inoltre, è possibile consultare il catalogo online e cartaceo oppure richiedere libri da altre biblioteche, visto che queste ultime sono tutte collegate tra di loro”. Il meccanismo dei prestiti è uguale a quello utilizzato normalmente in biblioteca e può essere effettuato solamente se si è in possesso della tessera, attualmente ancora gratuita. I libri a disposizione sono numerosi e di qualsiasi genere: romanzi, gialli, d’avventura, scientifici, storici, politici e tanti altri… Molti di questi sono acquistati dalla biblioteca stessa grazie ai contributi, mentre la maggior parte viene donata.

Con la crisi la biblioteca ha dovuto diminuire il budget destinato all’acquisto dei libri e questo è un problema soprattutto per i testi che hanno bisogno di un costante aggiornamento come quelli scientifici. Nonostante le difficoltà economiche la biblioteca astense non tralascia uno dei suoi compiti principali, cioè la promozione della lettura soprattutto tra i più piccoli, perché è proprio nella giovane età che bisogna abituarsi a leggere e ad ascoltare chi legge in modo da considerare i libri come un oggetto di uso quotidiano. A tale proposito si sta realizzando un progetto finanziato dalla Banca San Paolo chiamato “Nati per leggere”, ideato in America sotto il nome di “Born to read”, volto alla diffusione della lettura da parte dei genitori ai neonati. In questo modo i bambini crescono con una maggiore soglia dell’attenzione e un più ampio patrimonio lessicale. La lettura non soltanto giova ai piccini ma anche ai più grandi in quanto permette di staccarsi dalla realtà, aprire la mente a nuove conoscenze e migliorare le proprie capacità, ecco perché è un posto aperto a tutti che consente non solo di leggere ma anche di socializzare e confrontarsi con altre persone.

Brenda Birman Siciliano e Debora Franceschet

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale
Precedente
Successivo