Dodicesima edizione per Futurando, concorso nazionale di danza che animerà Asti sabato e domenica. Nato a Casale Monferrato per volontà del Centro Danza Futura, dal 2013 la manifestazione ha sede
Dodicesima edizione per Futurando, concorso nazionale di danza che animerà Asti sabato e domenica. Nato a Casale Monferrato per volontà del Centro Danza Futura, dal 2013 la manifestazione ha sede nella nostra città ed è diretta da Claudia Babero. Per due giorni, sul palco del Teatro Alfieri si esibiranno ben quattrocento ragazzi provenienti da 40 scuole del Nord Italia. «Provengono da Veneto, Emilia Romangna, Toscana – spiega il responsabile dellorganizzazione Luigi Cappelletto – unadesione davvero consistente che dimostra il rilievo dellevento.»
Le due giornate saranno scandite dalle esibizioni di solisti e gruppi, il sabato sarà dedicato alla danza classica, mentre la domenica darà spazio alla danza moderna, hip hop e contemporanea. Altri momenti saranno dedicati al passo a due e allapprofondimento della composizione coreografica. «Tutti gli artisti danzeranno sotto locchio di una giuria composta da professionisti, tra cui anche il coreografo di Roberto Bolle – spiega Claudia Babero – figure che assegneranno i premi e soprattutto le borse di studio in palio per i partecipanti.» Per i ragazzi sarà unoccasione unica per confrontarsi con coetanei che condividono la stessa passione, e nelloffrire il frutto del loro lavoro alla giuria potranno entrare in contatto con rappresentanti di accademie, direttore di compagnie. «Il nostro auspicio è che da questi due giorni i ballerini decidano di proseguire il loro impegno nella danza – aggiunge Claudia Barbero – è già successo che Futurando fosse il trampolino di lancio verso lo studio professionale della danza, e che i giovani partecipanti siano tornati come madrine e padrini della manifestazione.»
Soddisfazione da parte dellassessore alla Cultura Massimo Cotto, che ha ricordato il coinvolgimento della città nelle passate edizioni. «Sappiamo che si creerà un bel via vai di gente e ci aspettiamo un effetto indotto – ha detto – esattamente quello che un assessore alla Cultura si augura quando si organizza una rassegna.»
Enrico Panirossi