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César Brie, l’attore che si risveglia pretee dialoga con il Dio in cui non crede
Cultura e Spettacoli

César Brie, l’attore che si risveglia prete
e dialoga con il Dio in cui non crede

E’ considerato il suo “manifesto poetico”, risale a 27 anni fa e risulta sempre nuovo ad ogni rappresentazione sul palcoscenico. César Brie, maestro indiscusso della scena contemporanea

E’ considerato il suo “manifesto poetico”, risale a 27 anni fa e risulta sempre nuovo ad ogni rappresentazione sul palcoscenico. César Brie, maestro indiscusso della scena contemporanea internazionale, sarà a Costigliole stasera per la rassegna “Mezza stagione” allestita dal Comune e curata dal Teatro degli Acerbi, per presentare l’atteso spettacolo “Il mare in tasca”. «Risale al 1989, per la prima volta realizzavo un lavoro di ricerca sul senso del teatro, ma anche sul rapporto tra oggetti ed immagini. Avevo delle idee precise, lo preparai molto velocemente – racconta César Brie, l’attore di origine argentina, in questi mesi in Italia – E’ uno spettacolo tragico–comico, che fa ridere e commuovere. L’ho presentato per la prima volta a Buenos Aires poco tempo fa ed ha riscosso un grande successo da parte del pubblico: continuo a presentare i miei spettacoli finchè sono vivi dentro, altrimenti smetterei di proporli. “Il mare in tasca” sembra sempre nuovo».

E’ la storia di un attore che, svegliatosi, scopre di essere stato trasformato in un prete. Da qui inizia un dialogo tra l’attore, il prete e Dio. Tutti e tre parlano attraverso una sola voce; tutti e tre hanno un ruolo, degli spettatori, un impegno sociale. Tutti e tre hanno bisogno di dire la loro, in modo forte, irruente. Un mare di parole, di metafore tra divino e profano, in cui tutto si mischia e si ammucchia sul proscenio, in cui staziona il pubblico fittizio che permette al sacerdote di rivolgersi al pubblico reale senza confonderlo con il suo gregge. «Il tema è l’amore, che consente all’autore di rivedere la sua esistenza; e il prete permette all’attore di dialogare con Dio, nel quale non crede», indica César Brie.

Lo spettacolo sfrutta l’espediente del metateatro: «Non si tratta di credere nella verità della scena ma nella verità della finzione, un attore é un uomo che scolpisce un altro uomo tra gli uomini», dice Brie. Ad un certo punto uno degli “spettatori” vuole andarsene, César Brie lo prende sulle spalle, perchè «ogni attore porta uno spettatore sulle spalle».  L’appuntamento è per le 21 (ingressi 11 euro). Precederà lo spettacolo la pillola di danza “YY” di “Tecnologia Filosofica”, della durata di dieci minuti. A seguire dopoteatro nella Cantina comunale dei vini sottostante il teatro a cura di Symphòniam Associazione–Cultura Musicale con “Musiche… da film”, breve viaggio tra indimenticabili colonne sonore con il soprano Stefania Morando. Da visitare la personale del pittore Erio Grosso presso la Sala polivalente dell’Unione Collinare “Tra Langa e Monferrato”, attigua alla Cantina.

Marta Martiner Testa

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