Fa a meno del tappeto rosso e non è una passerella per stelle del cinema. Eppure i velluti e gli ospiti non sono mancati nella serata finale di Asti Film Festival, sabato scorso al Teatro Alfieri.
Fa a meno del tappeto rosso e non è una passerella per stelle del cinema. Eppure i velluti e gli ospiti non sono mancati nella serata finale di Asti Film Festival, sabato scorso al Teatro Alfieri. Sul palco sono stati premiati opere e artisti vincitori di questa quinta edizione: miglior lungometraggio della sezione Prima Cosa Bella, dedicata alle opere prime, è Last summer di Leonardo Guerra Seragnoli; la giuria ha assegnato ad Andrea Jublin il premio Miglior regia per il suo Banana, il cui giovanissimo protagonista Marco Todisco si è aggiudicato il riconoscimento per il miglior attore. Miglior attrice Sara Serraiocco, per la sua performance in Cloro, mentre lassociazione Nig ha consegnato una menzione speciale allattore Giorgio Pasotti. Tra i cortometraggi, premiato Due piedi sinistri di Isabella Salvetti, il regista Emanuele Palamara, gli attori Francesco Montanari e Beatrice Fedi.
La giuria dei giovani ha invece voluto assegnare un premio al corto di animazione La valigia, di Pier Paolo Paganelli. In concorso anche numerosi documentari, il primo premio è andato a Terra di transito di Paolo Martino, mentre Emiliano Dante è risultato miglior regista per il suo Habitat. A tempo debito di Cristian Cinetto ha vinto il Premio del pubblico, mentre la giuria giovani ha scelto Capulcu di Claudio Casazza. Lo sponsor dellevento, Reale Mutua, ha assegnato un premio speciale al film Young Europe di Matteo Vicino.
«Il bilancio della manifestazione è positivo – commenta il direttore del festival Riccardo Costa – per la prima volta il programma è stato concentrato in quattro giorni, con proiezioni dal mattino alla sera. Una formula che ha portato a una buona risposta da parte del pubblico, mentre gli ospiti, compreso Paolo Conte che è venuto a trovarci sabato, erano tutti soddisfatti.» Paolo Cevoli, Steve Della Casa, Ninni Bruschetta, lastigiano Fabrizio Rizzolo e tanti altri: tanti protagonisti di un cinema di qualità che non vive di pubblicità, ma si fa consocere e apprezzare grazie alla sua freschezza, al coraggio di tante opere prime.
«Ne parlavamo con Marco Ponti, regista torinese che è stato presidente della giuria – spiega Riccardo Costa – per lui quello di Asti è un festival che non si piega a logiche commerciali, ma premia opere innovative, come i piccoli grandi film vincitori delle scorse edizioni: Io sono Li, Lultimo terrestre, Piccola patria. Tutte piccole produzioni che rappresentano bene il cinema italiano.» Significativo che questanno il Festival abbia avuto il sostegno di un partner privato, una premessa per ulteriori collaborazioni nelle prossime edizioni. «Ora abbiamo anche la responsabilità di mantenere uno standard di qualità, senza snaturare il senso della manifestazione. Non ci interessa avere una star, magari a pagamento, pur di riempire la sala; vogliamo mantenere questa dimensione spontanea di relazione tra pubblico e ospiti, e continuare a offrire una vetrina per le produzioni italiane più interessanti.»
Enrico Panirossi