Piazza Alfieri è stata il centro delle manifestazioni del 62° raduno, che è stato arricchito da parecchi eventi collaterali, fra cui la ricostruzione storica della battaglia al ponte di Goito,
Piazza Alfieri è stata il centro delle manifestazioni del 62° raduno, che è stato arricchito da parecchi eventi collaterali, fra cui la ricostruzione storica della battaglia al ponte di Goito, avvenuta l'8 aprile 1848, durante la prima guerra di indipendenza. La Compagnia lombarda "San Giorgio e il drago" (insieme ad altri attori e ai cavalieri del capitano del Palio di Asti) ha rievocato quell'avvenimento, allestendo al centro della piazza una scenografia d'epoca. La ricostruzione ha avuto inizio con l'insurrezione dei liberali di Goito, subito repressa dalle truppe austriache, che hanno costretto i rivoltosi ad abbandonare il paese, al quale nel frattempo si stavano avvicinando le truppe piemontesi del regno di Sardegna, guidate dal re Carlo Alberto.
In quella lontana giornata, una parte delle truppe piemontesi entrò in contatto con gli austriaci, e lo stesso Alessandro La Marmora, comandante dei bersaglieri, accorse in prima linea, dividendo i suoi uomini in due gruppi. Nel frattempo, i soldati austriaci avevano abbandonato il campo di battaglia e ripiegato oltre il Mincio, non prima di aver fatto saltare il ponte. Rimase intatto un sottile parapetto che naturalmente fu battuto dalla fucileria e dall'artiglieria nemica. Mentre percorreva avanti e indietro la linea del fuoco, La Marmora venne ferito alla mascella e cadde da cavallo: poco dopo morì anche il sottotenente Galli della Mantica. Tutto ad un tratto il bersagliere Guastoni attraversò d'un balzo la radura e si gettò sulla spalletta al grido di: "Viva il Re! Avanti tutti!"
Il capitano Griffini lo raggiunse e, superandolo, passò sulla spalletta seguito da molti fanti piumati, cosicchè il ponte fu superato e la riva conquistata: il combattimento fu duro e al termine rimasero sul terreno 48 morti fra i piemontesi ed un centinaio fra gli austriaci. Fin qui la storia della battaglia. La rievocazione ha restituito l'episodio in modo sostanzialmente fedele, con movimenti di figuranti sui diversi lati della piazza, schioppettate e gran fucileria. Dagli opposti schieramenti, due cannoni hanno sparato diversi colpi, al punto che si è restituita alla scena la più autentica delle condizioni dei campi di battaglia dell'epoca, sui quali, dopo dieci minuti dall'inizio delle ostilità, non si vedeva letteralmente più nulla, perché il fumo acre della polvere nera utilizzata per fucili e cannoni nascondeva tutto con una fitta nebbia.
Dopo alcune manovre tattiche, si è giunti al momento degli scontri veri e propri, che hanno impegnato i figuranti sino al momento della vittoria piemontese, con conseguente sventolìo di bandiere tricolori. Il ponte di Goito della rievocazione (contrariamente a quello storico) ha resistito benissimo ai combattimenti, mentre il villaggio adiacente è stato distrutto: nei giardini pubblici è stato ricreato una sorta di accampamento militare, con figuranti in uniforme austriaca e piemontese che, a poca distanza e all'ombra degli alberi, si riparavano dalla calura della giornata, in attesa di doversi scontrare sul campo di battaglia, sovrastato dalla statua di Vittorio Alfieri.