Dal Qatar è arrivato il via libera dell'UNESCO per il riconoscimento ufficiale. I paesaggi vitivinicoli del Piemonte sono stati riconosciuti di eccezionale importanza e valore e quindi meritano di essere preservati a vantaggio del mondo intero. Si apre una nuova prospettiva turistica ed economica
Dunque è ufficiale. Da oggi i paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato sono patrimonio UNESCO. La notizia arriva direttamente dal Qatar, piccolo emirato della penisola arabica, in cui in queste ore nel centro congressi di Doha si sta tenendo la commissione deputata a vagliare le diverse candidature per la loro iscrizione nella lista dei siti Patrimonio dellUmanità. A ricevere la bella notizia la delegazione italiana composta dai componenti dellAssociazione promotrice della candidatura: lex assessore provinciale con delega allUnesco Annalisa Conti per la provincia di Asti, il presidente dellassociazione Gianfranco Comaschi in rappresentanza della Provincia di Alessandria, il direttore Roberto Cerrato per la Provincia di Cuneo, i funzionari Marina Bonaudo e Livio Dezzani della Regione Piemonte e il dirigente della Provincia di Asti Massimo Caniggia.
«E un traguardo importante, il coronamento di un lungo lavoro che coinvolge tre province e 29 comuni delle core zone e di altri 100 delle buffer zone e che premia il territorio, le sue tradizioni e la sua gente» è il commento a caldo e un po emozionato di Annalisa Conti, canellese, colei che ha visto nascere dallinizio il progetto della candidatura Unesco per le nostre colline. Unidea nata per lappunto nel 2002 a Canelli, con lallora sindaco Oscar Bielli, e che inizialmente comprendeva le sole Cattedrali Sotterranee di casa Contratto, Gancia, Coppo e Bosca per poi inglobare il territorio collinare coltivato a vite circostante. Dopo una prima bocciatura del dossier piemontese avvenuta nel giugno 2012 a San Pietroburgo, il comitato promotore aveva presentato una seconda candidatura, rivista, in cui si circoscriveva ulteriormente larea interessata. Ottenuto il parere favorevole di ICOMOS (long incaricata di valutare sotto un profilo tecnico le candidature dei siti) nel maggio scorso, si attendeva con ansia il responso della commissione riunita in Qatar affinché sancisse il riconoscimento.
Il sito piemontese, 50° nella lista dei patrimoni Unesco, è stato candidato come paesaggio culturale, ovvero come il risultato dellazione combinata delluomo e della natura ed è di tipo seriale , cioè costituito da sei aree disposte su una superficie di ben 10.789 ettari, distribuiti tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo. Ad essere riconosciuta è leccezionalità della cultura del vino e non a caso i luoghi sottoposti a tutela sono: la Langa del Barolo, il Castello di Grinzane Cavour, le Colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e lAsti Spumante, il Monferrato degli Infernot. Ottenuto il prestigioso bollino e accanto allorgoglio per un riconoscimento tanto prestigioso, la speranza degli amministratori locali è ora quella che ciò sia da volano per lo sviluppo del settore turistico. Dati e statistiche in merito sembrano prometterlo ma servirà una maggiore cooperazione tra settore pubblico e privato per fare in modo che il territorio sia allaltezza nellaccoglienza dei numeri che un turismo Unesco comporta e che gravitano intorno ad alcuni milioni di persone lanno.
Lucia Pignari