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Lepore e Vigna
Cultura e Spettacoli
Incontro

Lepore torna alla poesia abbinando i versi alle fotografie emotive di Fabienne Vigna

Presentato il libro “Viscere, vertigini e altre architetture” in occasione della nuova rassegna dell’istituto Castigliano, intitolata “Faberliber”

Al via giovedì scorso, all’istituto Castigliano, la prima edizione di “Faberliber – Scrittori al FabLab”, il cui titolo fa riferimento al laboratorio di sperimentazione, basato su macchine per la fabbricazione digitale, di cui è dotata la scuola.
Ad inaugurare la rassegna letteraria la presentazione di “Viscere, vertigini e altre architetture” (Tipografie Astese Editore, 86 pagine, 15 euro), ultimo libro dell’autore astigiano Francesco Antonio Lepore, che è anche docente al “Castigliano”, illustrato dalle fotografie emotive di Fabienne Vigna.
«E’ una rassegna che prende ispirazione dalle possibili contaminazioni tra l’arte manuale e la creatività», ha sottolineato Lepore. «A questo appuntamento, fissato il giovedì a cadenza mensile, ne seguiranno altri per presentare libri di autori del territorio. Da settembre, poi, se l’iniziativa avrà successo, chiameremo anche autori da fuori Asti. Un modo per dimostrare che, dopo un periodo di inattività, stiamo riaprendo i nostri laboratori in spazi ancora più grandi. Al FaberLab, ad esempio, uniremo l’EnergyLab, per consentire agli studenti di imparare ad utilizzare le nuove tecnologie».

Il libro

Importante, quindi, lavorare con le parole, ma anche con le cose. “Viscere, vertigini e altre architetture” è un po’ la sintesi di questo concetto. Contiene infatti poesie fatte di parole che evocano visioni e immagini, frutto della ricerca e della tecnologia, che sono poesia.
Scorrendo le pagine, si trovano versi d’amore e di rabbia, preveggenza e consapevolezza, in cui buio e luce si rincorrono sui grigi palcoscenici della contemporaneità, vivificati dall’intelligenza emotiva di immagini oniriche.
Diciassette anni dopo “La bestemmia del silenzio”, Lepore è così tornato alla poesia, dopo un periodo di intensa attività nei campi dell’insegnamento, dell’editoria e della comunicazione creativa e politica.
«Nei miei lavori costruisco immagini che parlano – ha aggiunto Fabienne Vigna – d’altronde, prima di imparare un linguaggio o a scrivere, abbiamo imparato a disegnare. L’immagine è il modo immediato di esprimere interiorità e, per me, è anche il modo più potente di comunicare».
Antonio Lepore ha infine ricordato l’artista e amico Carlo Carosso – dalla cui collaborazione sono nati quattro libri di poesia e diversi saggi, pubblicati in Italia e all’estero – ha letto alcune poesie contenute nel libro e raccontato del suo incontro con Fabienne Vigna.
«Un sodalizio nato per caso, una sorta di magia», lo ha definito la fotografa. «Non ho dovuto fare scatti appositi per quelle parole – ha concluso – in quanto le avevo già pronte».

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