Domenica sera tra uno scroscio di pioggia e laltro e latmosfera un po triste che viveva Asti, il presidente Mario Sacco, in maniche di camicia, ci ha raccontato alcune cose su come è andata
Domenica sera tra uno scroscio di pioggia e laltro e latmosfera un po triste che viveva Asti, il presidente Mario Sacco, in maniche di camicia, ci ha raccontato alcune cose su come è andata la Douja e cè scappata anche qualche anticipazione e qualche sassolino nella scarpa ha finito per venir fuori. «Noi – attacca il presidente – abbiamo fatto la nostra parte, ci siamo autoregolamentati. Lo abbiamo fatto soffrendo, scegliendo di non vendere bottiglie dalle otto del sabato, imponendo alle Pro loco di fare altrettanto. Abbiamo dato un segnale forte ma la città deve rispondere».
Certo questanno ci si sono messi anche i ladri a rendergli le cose difficili e stavolta, a sentire il presidente, i chili persi non sono stati dieci ma quindici. Un altro record.
«Siete andati a vedere – incalza – Piazza Medici la sera delle Sagre? Era un cimitero di bottiglie rotte e il titolare del bar che dà sulla piazza ha dovuto chiudersi dentro. Non venite però a dire che siamo stati noi questa volta. Il prossimo anno o il sindaco estende lordinanza a tutta la città e noi abbiamo dimostrato di saperla gestire, oppure si torna al passato. Non capisco perché dobbiamo essere gli unici a rimetterci». Nonostante la chiusura del sabato i numeri sono però ancora una volta in crescita. O almeno così dice il presidente in attesa dei numeri definitivi che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni.
«Abbiamo assorbito – continua Sacco – la mancata vendita del sabato nei giorni successivi. Lo abbiamo fatto con i tanti stranieri che si sono visti in questi giorni. E dobbiamo ringraziare le associazioni di categoria, la banca e anche noi stessi. Nonostante la crisi i cui effetti si vedranno ancora a lungo, fortunatamente la filiera del vino offre ancora delle prospettive. Questo grazie a molte aziende che si stanno spingendo decisamente verso lestero». Come sempre quando si muovono macchine potenti qualcuno a vario titolo fa la faccia offesa, come alcuni produttori. «Sentite io questa favola sono anche un po stufo di sentirla – chiude Sacco – i produttori devono venire a dirci cosa vogliono fare. Qui già facciamo degustazione di oltre 170 barbere del territorio, se chi produce ha un progetto ce lo presenti e ci troverà disposti ad ascoltarlo. Per tutto il resto i problemi si gestiscono. Pensate veramente che a Pamplona smetterebbero di far correre i tori al primo problema?». Problemi a parte, la Douja chiude con 22500 degustazioni che segnano un 2% in più sullanno scorso; di queste 8 mila hanno riguardato la Douja della Barbera e dellAlta Langa. Oltre 4 mila le persone che hanno mangiato ai Piatti e dolci dautore.
Lodovico Pavese