La grande azienda vinicola veneta Zonin, proprietaria dei vigneti a Portacomaro, ha presentato ricorso al Consiglio di Stato dopo l'ultima sentenza del Tar che escludeva il capoluogo fra le zone di produzione. E i Comuni del Moscato, a loro volta, si opporranno di nuovo
Si preannuncia un altro capitolo, fra quelli finali, nella storia infinita che riguarda l'inserimento o meno del Comune di Asti nell'elenco di quelli che possono produrre Asti e Moscato docg. Una storia fatta di corsi e ricorsi, a suon di carte bollate, che vede contrapposti, da una parte, la grande azienda vinicola Zonin con i suoi vigneti di moscato a Portacomaro e dall'altra Assomoscato, Coldiretti e i Comuni del Moscato fermamente contrari all'allargamento della denominazione.
Qualche mese fa, l'allora ministro alle politiche agricole Mario Catania aveva provato a risolvere la questione d'imperio inserendo Asti nella zona di produzione ma l'Assomoscato e la Coldiretti avevano subito proposto ricorso al Tar che, agli inizi di marzo, lo aveva accolto riescludendo Asti nei Comuni di produzione del Moscato. Così come annunciato all'indomani di quest'ultima sentenza amministrativa, l'azienda Zonin ha presentato a sua volta il ricorso al grado superiore di giudizio, il Consiglio di Stato.
La notizia è stata oggetto di una riunione straordinaria del direttivo dell'Associazione Comuni del Moscato che ha deciso di opporsi nuovamente all'azione legale dell'azienda veneta. «L'azione – ha sottolineato il presidente dell'associaizone Comuni del moscato Giovanni Borriero – non vuole essere una rivalsa nei confronti del Comune di Asti, ma semplicemente una difesa delle regole, dei giusti principi e dei caratteri storici e colturali che identificano l'attuale territorio di produzione».
d.p.