Walter Veltroni è stato ad Asti, sabato, per presentare il film "Quando c'era Berlinguer" che vede il suo esordio alla regia. Veltroni racconta il leader politico, l'uomo e la
Walter Veltroni è stato ad Asti, sabato, per presentare il film "Quando c'era Berlinguer" che vede il suo esordio alla regia. Veltroni racconta il leader politico, l'uomo e la memoria dai primi anni ?70 fino alla sua morte, avvenuta nel 1984.
Quando ha deciso di realizzare questo film?
Quando ho visto un film molto bello su Olof Palme – il leader socialdemocratico che per molti aspetti venne accostato a Berlinguer – e mi sono chiesto perché in Italia non ci fosse questa sana abitudine di indagare e ragionare sulle persone che hanno fatto e scritto la storia di un Paese.
Gli obiettivi del film?
Per me è stato unire le passioni di una vita, il cinema, la politica ed Enrico Berlinguer. Ho sempre avuto, quale che sia il mestiere che ho fatto, l'ossessione della memoria, la coscienza dei passi compiuti, la consapevolezza delle pagine di storia che si sono vissute e dall'altro lato mi è sembrato che Berlinguer fosse una delle espressioni più alte della politica e, come tale, di questi tempi utile.
Ha dichiarato che questo film è pensato per i giovani per fare loro conoscere il tempo di Berlinguer, se dovesse twittare tre aggettivi per descrivere l'uomo e il politico, quali sarebbero?
Innovatore, coraggioso, aperto. Era una persona di grande onestà. Sono 4, ma c'entrano in 140 caratteri.
Che cosa significava per Berlinguer fare politica?
Una missione, che richiedeva un progetto. La prevalenza degli interessi collettivi su quelli di parte. Una missione che la collettività recepì bene, perché il PC sotto la sua segreteria passò dal 25% al 34%.
Come conciliava la leadership con il suo essere "dolce Enrico"?
Era un uomo molto timido, umanamente molto gentile, ma con una grande tenacia.
Le manca la politica?
Si può amare il potere o amare la politica. Io amo la politica per cui continuo a farla pur non avendo il potere che avevo prima.
I paragoni tra momenti storici molto diversi sono difficili e rischiosi da fare, ma pensando alla questione morale che Berlinguer poneva al centro della sua azione politica, il pensiero corre a Manipulite e agli scandali di questi giorni, come si sente di commentarli?
Accade in Italia da decine di anni. Berlinguer parlava di questione morale e questa non ha mai smesso di esserci perché la coscienza, il rispetto delle regole e la trasparenza in questo Paese fanno fatica ad affermarsi. È stata una delle grandi battaglie di Berlinguer, era valida allora ed è valida oggi.
Alessia Conti