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Cultura e Spettacoli

Quella Calabria che segna la vita dei suoi figli

Nel romanzo di Luisio Luciano Badolisani il viaggio all’indietro di un professore emigrato in Piemonte alla ricerca della verità

“Il mare oscuro della verità”

Non è un romanzo sulla ‘ndrangheta, ma nel viaggio all’indietro del professore Adriano Terranova, è impossibile non inciamparsi nelle dinamiche, purtroppo attualissime come dimostrano le cronache locali e non solo, di una delle più potenti organizzazioni mafiose al mondo.
La narrazione di fenomeno mafioso che, secondo il criminologo Pierluigi Granata, «costituisce l’asse portante di un libro che diventa strumento di conoscenza e denuncia, rientrando nella categoria della narrativa civile».
Il romanzo è “Il mare oscuro della verità”, editore Liena Edizioni e l’autore è Luisio Luciano Badolisani, calabrese di origini, torinese di adozione e da molti anni residente fra Buttigliera e Castelnuovo Don Bosco con importanti impegni lavorativi e di partecipazione alla pubblica amministrazione.
E’ la sua settima fatica letteraria, ma questa volta non c’è ombra nè dei racconti per ragazzi, nè dei delitti che il professor Kross si trova a dover risolvere fra le placide colline di confine del nord astigiano.

Luisio Luciano Badolisani

Questa volta il protagonista è un uomo solo, maturo e malato che va alla ricerca di un passato risolutore dei suoi malesseri, ritornando nella sua Calabria dopo una vita trascorsa a Torino.
Il professor Terranova lascia la Calabria appena compiuti i diciotto anni e vive a Torino la stagione della lotta studentesca che attraversa con profitto negli studi fino a diventare lui stesso un insegnante.
Una vita segnata da tre donne importanti ma anche da quello strano e misterioso incidente stradale in cui persero la vita i genitori quando lui era ancora in fasce.
Adriano, racconta l’autore, tornerà in Calabria dopo quarant’anni e non la troverà così cambiata ma scoprirà amare verità rispetto alle sue vicende personali soprattutto dopo l’incontro clandestino con il suo compagno di giochi infantili diventato un boss della criminalità organizzata, ora latitante imprendibile.
«Ho cercato di scrivere una storia di sentimenti per capire se questi possano prescindere dalle condizioni di appartenenza ad un luogo, ad una famiglia, ad un ceto sociale» confida l’autore.

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