Impossibile quantificare le persone che fra sabato e domenica sono approdate ad Asti per la Douja e per il Festival delle Sagre, ma, a naso, la crisi non sembra aver intaccato le aspettative delle
Impossibile quantificare le persone che fra sabato e domenica sono approdate ad Asti per la Douja e per il Festival delle Sagre, ma, a naso, la crisi non sembra aver intaccato le aspettative delle migliaia di persone disposte a tutto pur di accaparrarsi il piatto preferito, agognato da settembre a settembre.
Qualche dato parla da solo: fra sabato e domenica sono stati serviti 130 quintali di carni varie e pesci, 30 quintali di tagliatelle e lasagne, 80 quintali fra agnolotti e gnocchi, 60 quintali di polenta, 32 quintali di frutta, sono stati impiegati 20 quintali di farine, distribuiti 12 quintali di formaggi, 16 quintali di riso, 1 quintale e mezzo di funghi secci, 70 chili di tartufi. Nelle varie cucine sono state 4500 le dozzine di uova impiegate negli impasti e 95 mila sono state solo le porzioni di dolci vendute. Solite code, solite richieste di posti a sedere e tavoli in più, ma anche la solita allegria e rassegnazione di chi sa esattamente come funziona al Villaggio gastronomico.
Per la Douja un primo week end che segna 17 mila degustazioni (in linea con il 2012) e una grande partecipazione alle iniziative sul web e sui social.
Il divieto di vendere bottiglie al Festival delle Sagre, e la chiusura anticipata della cantina -self service della Douja, hanno scoraggiato gli eccessi della passata edizione. «Noi abbiamo fatto la nostra parte segnala Sacco ci aspettiamo che lanno venturo lintera città condivida i nostri sforzi evitando la vendita delle bottiglie, allinsegna del motto: bere bene e con moderazione».