Portare in un luogo sui generis diverse centinaia di persone, attente, a sera? "Rosebud -? Schegge di tempo perduto", festival inedito partorito e voluto dall'assessore comunale Massimo
Portare in un luogo sui generis diverse centinaia di persone, attente, a sera? "Rosebud -? Schegge di tempo perduto", festival inedito partorito e voluto dall'assessore comunale Massimo Cotto, ci è riuscito. In barba agli scettici e ai detrattori per partito preso. E, perchè no, in barba a quanti vorrebbero Asti confinata all'angosciante ruolo di città?dormitorio. In tre serate a cavallo di un weeekend, oltre duemila persone hanno affollato il cortile e i portici del Palazzo del Michelerio. «Un successo superiore alle aspettative ? confida Cotto ? sia per il dato numerico in sè sia per l'attenzione che il pubblico intervenuto ha dimostrato rispetto agli ospiti sul palco».
L'esempio che balza subito alla mente è quello di Piero Pelù, ultimo degli artisti in cartellone. «Quel lunedì sera ci saranno state circa 1200 persone -? prosegue Cotto -? Per tutto il tempo dell'intervento di Pelù, prima del live ?set conclusivo, i presenti hanno ascoltato in silenzio senza disturbare il dialogo in scena. Cosa difficile da immaginare senza averla vista». La fredda logica dei numeri narra di circa 800 presenze per Francesco Renga, 500 per Davide Van De Sfroos e la serata dedicata al Premio Tenco, 1200 per Pelù. Formula da ripetere quindi? «Certamente -? risponde l'assessore alla Cultura del Comune di Asti -? Credo abbia avuto questo successo perchè consente agli artisti di farsi conoscere al di là del proprio ruolo. E' un modo per far collimare quelle che io definisco la "filosofia del salotto" e la filosofia del concerto».
I dubbi sorgono in relazione alla location, «sbagliata, con grande dispiacere -? specifica Cotto -? Il Michelerio ci pone di fronte a problemi di acustica quasi insuperabili, ma del resto non è un luogo studiato e nato per la musica. L'idea ? prosegue ? è di portare "Rosebud" a Palazzo del Collegio o, magari, in piazza Castigliano, che sarebbe perfetta grazie al suo invidiabile scorcio visivo sulla Cattedrale». La seconda questione riguarda invece la gratuità degli spettacoli sulla quale Cotto si esprime così: «Un assessore fa un buon lavoro quando riesce a far fruire a tante persone il maggior numero di eventi culturali possibile. Questo però non deve andare a discapito dell'artista in scena: se molte famiglie arrivano con bimbi piccoli al seguito si finisce per ostacolare la fruizione stessa. Per carità ? spiega ? è nella natura dei bimbi essere rumorosi, ma forse mettere qualche evento a pagamento aiuterebbe ad avere un pubblico che partecipa per interesse specifico nella proposta piuttosto che per semplice curiosità alimentata dal nome dell'ospite. Non saranno gli ingressi a 5 euro a risolvere il problema economico ? chiosa ? ma almeno si eviterebbe quella fastidiosa confusione di fondo per chi è sul palco».
Quel che è sicuro è che "Rosebud", per stessa ammissione dell'Assessore, diventerà un appuntamento fisso del primo weekend di settembre, anche se al momento non si hanno ancora indiscrezioni sui nomi della prossima edizione.
Infine un pensiero sulla questione "Astimusica": «Sono felice per la raccolta firme (vedi articolo correlato al presente), per la quale ringrazio gli ideatori, e per le lettere che molti stanno scrivendo ? afferma Massimo Cotto ? E' importante che si crei dibattito ad Asti, ma la cosa più rilevante è che se vogliamo davvero crescere come città dobbiamo capire che le proteste di chi si oppone a una manifestazione perchè alle 7 di sera vuole cenare sono del tutto inconcepibili. Se questo tipo di "opposizione" avesse cittadinanza non si farebbe più niente in nessun luogo del mondo, anche perchè sulla scorta di questo ragionamento non dovrebbero neanche tenersi più le Sagre, la Douja, il Palio o quant'altro. Il punto è fare in modo che i problemi che una manifestazione crea al singolo cittadino siano limitati nel tempo e nell'intesità: all'1 di notte in piazza Roma c'è più baccano che in piazza Cattedrale a mezzanotte, per dire. Prima di parlare di Astimusica, se ci sarà o no o se cambierà nome, bisogna chiedersi se vogliamo una città dormitorio o una città viva. Nel secondo caso dobbiamo imparare a sopportare alcuni piccoli disagi.»
Luca Garrone