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I ricordi di chi l’aeroportopartigiano lo ha visto costruire
Cultura e Spettacoli

I ricordi di chi l’aeroporto
partigiano lo ha visto costruire

Gli ultimi testimoni se lo ricordano ancora il rombo dei motori degli aerei inglesi che atterravano a Vesime, lungo la pista dell'unico aeroporto partigiano d'Italia. Uno snodo strategico

Gli ultimi testimoni se lo ricordano ancora il rombo dei motori degli aerei inglesi che atterravano a Vesime, lungo la pista dell'unico aeroporto partigiano d'Italia. Uno snodo strategico fondamentale che ha consentito alla Resistenza di respingere l'invasione nazi-fascista e dare una mano agli Alleati. Così, per celebrare questo pezzo di storia, a una settimana dal Giorno della Memoria, domenica scorsa è stata inaugurata ufficialmente la mostra permanente dedicata all'Excelsior, così come nelle carte dell'intelligence britannica veniva indicato il piccolo aeroporto tra le colline della Langa, a 11 miglia a sud-ovest di Alba.

L'allestimento è stato pensato in chiave moderna e interattiva ed è stato curato da Francesco Fassone e Alice Delorenzi, sotto la regia dell'istituto storico della Resistenza di Asti. «Questa mostra deve parlare ai più giovani perché a loro sarà affidato il compito di ricordare» ha spiegato Mario Renosio, Direttore dell'ISRAT. Pierangela Tealdo, Sindaco di Vesime ha invece aggiunto: «la nostra speranza è che essa sia da monito alle generazioni future affinché certi errori non vengano più ripetuti». La mostra si articola lungo il piano terra del Palazzo Comunale di Vesime, in un percorso che abbraccia i momenti salienti di quel progetto che portò alla realizzazione della pista di atterraggio lungo la sponda del Bormida.

«Fu un'operazione grandiosa, vennero coinvolte centinaia di contadini per spianare il campo. Ricordo che io, insieme ad altri compagni presidiammo l'aeroporto per difenderlo dalle incursioni dei tedeschi» ricorda Luigi Viglione, 86 anni ed ex partigiano intervenuto all'inaugurazione. Con lui anche Margherita Mo detta "Medi", coraggiosa staffetta partigiana di Poli (nome di battaglia di Piero Balbo) che ricorda: «erano tempi duri e noi ragazzi poco più che ventenni dovemmo scegliere in fretta da che parte stare». All'inaugurazione sono intervenuti molti ex partigiani, con al collo il fazzoletto azzurro, molti dei quali si sono detti commossi per i ricordi suscitati dalla mostra. L'allestimento è studiato d'altronde per coinvolgere il visitatore e grazie ad una serie di filmati d'epoca e registrazioni gli consente di ritornare con l'immaginazione all'inverno del 1944. Per visitare la mostra è possibile prenotarsi presso gli uffici comunali al numero: 0144/89015.

Lucia Pignari

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