Cosa c’entra Villanova d’Asti con Franco Battiato? Quale sia il grado di separazione tra la città del Pianalto astigiano e il cantautore catanese recentemente scomparso lo si è appreso la scorsa settimana, durante l’incontro in diretta Facebook: “Villanova, città della musica”, promosso da Max Ponte, animatore del gruppo “Villanova d’Asti, cultura e turismo”.
Tra gli ospiti collegati il direttore della Filarmonica villanovese Giovanni Gamba, il direttore del coro della Bissoca Giorgio Tiberini e, dalla Svizzera, il musicista e direttore d’orchestra Sergio Delmastro. Quest’ultimo ha ricordato Battiato, della cui orchestra è stato componente per molti anni, partecipando anche al famoso concerto di Baghdad sotto embargo.
La musica è da sempre un elemento importante della comunità villanovese. Realtà come la banda e il coro sono ben consolidate nel suo tessuto culturale. Dai primi passi nella Filarmonica o nel coro della Bissoca, fondato proprio da Sergio Delmastro, molti sono stati i musicisti che hanno mosso i primi passi per poi andare a calcare palcoscenici nazionali e internazionali.
L’incontro “virtutale”, fatto di aneddoti tra vecchi compagni d’arme e di riflessioni sul ruolo della musica come strumento di promozione culturale e collante sociale, ha ricostruito un panorama ricco di opportunità per l’attrattività del paese.
Quello che accomuna tutti i musicisti di cui si parla è che sono tutti rimasti legati alle loro radici e a Villanova, anche se partiti alla conquista del mondo. Sergio Delmastro è tornato spesso e non si è fatto scappare l’occasione per organizzare un concerto con la Filarmonica e con il coro della Bissoca.
Tutti hanno voluto sottolineare l’alta valenza educativa della musica, non solo per chi ha scelto di farne una professione, ma anche per quelli che la frequentano per passione, in maniera dilettantistica e per coloro che invece ne hanno appreso soltanto i rudimenti. La disciplina appresa nello studio della musica e nel suonare insieme è un bagaglio utile nella vita.
«Sono soddisfatto del risultato – dice Max Ponte – il riscontro sui contatti durante la diretta, i commenti e le interazioni sono stati molto positivi, migliori di eventi più blasonati. Segno che c’è bisogno di parlare di cultura e di musica, un linguaggio universale e trasversale. La promozione di una comunità passa non solo dalla gastronomia, dall’economia, dalle strade senza buche, ma anche dalla ricerca della felicità, dalla socialità e dall’aggregazione della musica, del teatro. Mi sembrava il momento giusto di parlare di questi temi, mettendo le basi per futuri progetti in un terreno fertile che ha voglia di riscatto».
E’ già in programma una collaborazione tra il Comune e la Pro Loco per la realizzazione della “Festa della musica” a fine di giugno.
«E’ bello parlare di musica – conclude Max Ponte – ma bisogna anche tradurre tutto ciò in progetti. La cultura bisogna anche farla. E’ un lavoro lento, ma che a lungo andare porta i suoi frutti, generando bellezza e arricchendo la comunità».