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Economia

1,6 milioni di turisti, +8,1%
Le colline verso un vero polo turistico

Turismo come altra faccia dell’export, in cui anziché vendere oltre confine i beni prodotti nel nostro paese, si conducono in Italia visitatori dall’estero per far loro conoscere bellezze

Turismo come altra faccia dell’export, in cui anziché vendere oltre confine i beni prodotti nel nostro paese, si conducono in Italia visitatori dall’estero per far loro conoscere bellezze artistiche, architettoniche e prelibatezze enogastronomiche; e in quanto tale, opportunità da cogliere per guardare oltre la crisi. Le colline dei vigneti di Langhe-Roero e Monferrato, in ambito ricettivo, potrebbero avere una marcia in più: a differenza delle mete di visita turistiche tradizionali, l’esperienza di degustazione dei vini d’eccellenza, abbinati alla cucina della tradizione piemontese, può essere ripetuta. Se ne è parlato lunedì all’Auditorium Trinità, nell’ampio convegno organizzato da Unicredit coinvolgendo autorità e imprenditori legati al crescente comparto turistico: oltre 1 milione e 600 mila presenze annue sulle colline piemontesi di Langhe, Roero, Monferrato astigiano e alessandrino, più del 12% delle presenze turistiche in Piemonte.

Sempre in base alle elaborazioni dell’Ufficio studi Unicredit, la provincia di Asti può vantare nel 2014 una crescita dell’8,1% negli arrivi e del 9,5% delle presenze (visita per più di un giorno), a fronte di un calo nell’Alessandrino e di una situazione stabile nelle Langhe. Sono stati Attilio Ghiglione, deputy regional manager nord ovest di Unicredit, e Giovanni Forestiero, regional manager nord ovest, a introdurre l’argomento, proponendo un migliore posizionamento dell’Italia tra le mete turistiche globali (siamo “scesi” al quinto posto) e una serie di servizi specifici di valutazione della reputazione on line (tramite la start up Travel Appeal), supporto nella valutazione del mercato e nella formazione degli imprenditori del comparto. Ma per il turismo è indispensabile la conservazione e valorizzazione del corpus di tradizioni locali, come ricordato dal Piercarlo Grimaldi, rettore dell’Università di Pollenzo: chi visita un territorio vuole conoscerlo in tutti i suoi aspetti.

Ricco di spunti il dibattito animato dal giornalista Luca Ferrua: dall’ideatore di Collisioni, Filippo Taricco, il modello di un festival che conduce annualmente a Barolo una quantità massiccia di visitatori, al di fuori dai circuiti tradizionali di estimatori del vino; dall’assessore regionale al turismo Antonella Parigi l’impegno a lavorare su più fronti per favorire l’aumento dell’offerta, supportare la promozione, semplificare la normativa e rimediare alle criticità nei trasporti. E se secondo Stefano Chiarlo, presidente di Astesana, resta importante lavorare sulla mentalità nell’accoglienza della popolazione locale, secondo il presidente dell’Accademia del Barolo Gianni Gagliardo, concordemente con gli imprenditori Ermanno Accornero e Roberto Damonte, tra i problemi da superare ci sarebbero il recupero di “brutture edilizie” nei fondovalle e la capacità di portare alla viticoltura le generazioni più giovani.

Fulvio Gatti

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