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Economia

730 ispezioni: 176 lavoratori in nero
Contratti atipici fittizi nell'indagine della Regione

Il bilancio 2012 della direzione regionale del lavoro segnala in Piemonte un alto utilizzo di contratti atipici “finti”, nell'Astigiano il 4,2% dei 4.146 lavoratori in nero scoperti in tutto il Piemonte. Durante i controlli, sorpresi anche 177 lavoratori extracomunitari clandestini

Sono stati 176, su un totale di 730 aziende astigiane controllate, i lavoratori in nero scoperti dalla Direzione regionale del lavoro nel 2012. Un numero che rappresenta il 4,2% dei 4.146 lavoratori in nero scoperti in tutto il Piemonte.
Emerge dal report diffuso mercoledì dalla stessa Direzione, che ha così voluto rendere noti i “numeri” dell’attività di ispezione effettuata l’anno scorso. Nel 2012 le aziende controllate dagli Ispettori del Lavoro nelle otto province del Piemonte sono state 9.872, con una forza lavoro complessiva di 30.234 lavoratori. I controlli hanno consentito di accertare irregolarità, di varia natura, in quasi una azienda su due (4.449  aziende irregolari su 9.872 controllate). Consistente anche il numero dei lavoratori non in regola: infatti, su un totale di 30.234 occupati, gli irregolari ammontano a 11.731, con un tasso di irregolarità pari al 39% (quattro lavoratori irregolari ogni dieci occupati).

Tra le irregolarità riscontrate si segnala, per gravità, il consistente numero dei lavoratori in nero (4.146), totalmente privi di copertura assicurativa e previdenziale, che costituivano il 14% della forza lavoro complessivamente utilizzata presso le aziende sottoposte a controllo e che rappresentano, grosso modo, la forza lavoro di otto aziende di grandi dimensioni. Questa la suddivisione per province: Torino (2.407 lavoratori in nero), seguita da Cuneo (451), Alessandria (364) e Verbania (247). E, più distanziate, Vercelli (192), Novara (190), Asti (176) e Biella (119).
Il settore nel quale è più diffuso il fenomeno è risultato essere il terziario, dove su 18.669 lavoratori controllati ben 3.231 (quasi due su dieci) sono risultati totalmente in nero.

Altre irregolarità riscontrate con maggiore frequenza sono quelle relative alle violazioni della disciplina  in materia di orario di lavoro (2.592), seguite dai casi in cui è stata disposta una riqualificazione dei rapporti di lavoro (1.123) non corrispondenti alla realtà. Rilevando, pertanto, una scorretta applicazione di forme contrattuali atipiche e flessibili (contratti di lavoro intermittente, voucher, contratti part-time, collaborazioni coordinate e continuative anche a progetto, associazioni in partecipazioni, partite Iva) che, con chiaro intento di elusione contributiva, dissimulavano rapporti di lavoro subordinati. Infine, sono state riscontrate violazioni della normativa “appalti illeciti e somministrazione” (1.054) per le quali è stata accertata la non correttezza delle modalità di attuazione delle forme di decentramento produttivo.
Nel corso dei controlli sono stati trovati intenti al lavoro 177 lavoratori extracomunitari clandestini che sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria.   

Un cospicuo numero di interventi ispettivi ha interessato aziende operanti nell’edilizia, settore tradizionalmente a rischio con un’elevata incidenza di infortuni sul lavoro. Nel dettaglio, in edilizia sono stati controllati 618 cantieri, e in 352 (pari al 56%) sono state riscontrate irregolarità di natura amministrativa e/o penale.
Le aziende edili controllate, operanti nei cantiri citati, sono state 3.091, e a 2.376 di queste (il 76% del totale) sono stati contestati illeciti di diversa natura relativi ad irregolarità della posizione lavorativa di  1.191 lavoratori su 4.395 complessivamente occupati.

I controlli effettuati hanno consentito di accertare contributi previdenziali e premi Inail evasi per un importo complessivo di  circa 27,4 milioni di euro (che saranno recuperati dall’Inps attraverso ingiunzioni di pagamento cui saranno applicati gli interessi). A questo importo vanno aggiunti circa 9,1 milioni di euro per sanzioni amministrative introitate dalla Direzione regionale del lavoro, composte da: sanzioni già pagate in sede di consegna del verbale ispettivo; denaro introitato per prescrizioni penali e dopo un’ordinanza di ingiunzione (relativa quindi a ispezioni degli anni passati).
Interessante è infine ricordare a quanto ammonta la sanzione, ad esempio, per un datore di lavoro che utilizza lavoro nero: la sanzione va da un minimo di 1.500 ad un massimo di 12mila euro a lavoratore più 150 euro per ogni giornata lavorativa “in nero” accertata, ovviamente a lavoratore. Se poi la quota di lavoratori in nero supera il 20% del totale, scatta la sospensione dell’attività fino alla regolarizzazione della posizione.

Elisa Ferrando

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