L’entrata in vigore, lo scorso aprile, del nuovo Codice dei contratti pubblici avrebbe causato un vistoso calo degli appalti pubblici
Una profonda incertezza sulla normativa che sta causando un vistoso calo degli appalti pubblici. Questo l’effetto dell’entrata in vigore, lo scorso aprile, de “Il nuovo Codice dei contratti pubblici”, ovvero del decreto legislativo 50 del 2016 che sta creando seri problemi al settore edile, già profondamente scosso dalla crisi economica.
E’ emerso al seminario ”Il nuovo Codice dei contratti pubblici”, svoltosi nei giorni scorsi in Camera di Commercio, promosso dal Gruppo costruttori edili dell’Unione industriale. Mirato a mettere in luce le novità introdotte dal nuovo testo legislativo e a dare un significativo supporto a tutti gli operatori del settore, ha visto la presenza di alcune autorità e l’intervento di diversi relatori.
Un giudizio decisamente negativo è stato espresso sulla nuova normativa, a causa degli effetti negativi che ha finora determinato sul settore. «Al momento – ha dichiarato Luciano Mascarino, capogruppo del Gruppo costruttori edili – il testo del decreto così approvato, mancante di molti decreti attuativi, pare non dare indicazioni certe, e lascia le stazioni appaltanti in difficoltà nell’affidamento dei lavori».
«Si sta concretizzando così – ha continuato – la paura di non veder realizzata la possibilità di rilancio del settore edile, da sempre trainante dell’economia italiana». Mascarino ha anche citato dei dati al proposito. Dall’approvazione del nuovo Codice, a livello nazionale, si è registrato un calo del 26,7% nel numero di bandi di gara emanati e una diminuzione del 75,1% del valore degli stessi.
«Stiamo assistendo – ha sottolineato – a stazioni appaltanti che emanano solo gare di modesta entità, non sapendo quali norme seguire. Il problema è che mancano all’appello circa 50 decreti che dovranno essere approvati nei prossimi mesi. Anche se con poca certezza sui tempi. Siamo quindi in attesa delle linee guida dell’Anac (Autorità nazionale anti corruzione), che speriamo possano dare qualche indicazione su come muoversi in questo periodo di incertezza». Secondo Mascarino, quindi, «era necessario che il nuovo Codice prevedesse un periodo transitorio invece che entrare in vigore immediatamente, lasciando aperti molti dubbi interpretativi».
A sottolineare la crisi del settore anche Paola Malabaila, presidente dell’Unione Industriale astigiana. «Prima della crisi – ha sottolineato – il valore dell’intero comparto edile sul PIL italiano era del 10%. Abbiamo bisogno di regole certe che permettano un’uscita dalla crisi che ormai perdura da troppi anni. In momenti di crisi i decisori pubblici investono da sempre su infrastrutture e opere necessarie, iniettando così denaro liquido e dando ossigeno al settore produttivo. Questo è avvenuto in diversi altri Paesi europei, ma non in Italia. Voglio ricordare che una ripresa del settore edile significa ripresa per molti altri settori ad esso collegati».
La parola è poi passata a Roberto Ruscalla, vice presidente R.O.P. (Commissione Referente Opere Pubbliche) dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) di Roma. Nel suo intervento ha sottolineato, tra i vari aspetti, l’entità del calo delle commesse pubbliche, portando all’attenzione dei presenti il drastico calo subito dal 2008 ad oggi. E’ stato poi il momento diFrancesca Ottavi, direttrice dell’Area Legislazione Opere Pubbliche di Ance Roma, che ha analizzato nel dettaglio il nuovo Codice.
Elisa Ferrando