Ancora incertezza sulla sorte professionale di circa 30 dipendenti della Askoll di Castell'Alfero, azienda che produce motori per lavatrici e che vive da mesi una situazione di difficoltà a causa della crisi del settoree elettrodomestici. La ragione sta nel fatto che, lo scorso 1° agosto, è uscito un decreto ministeriale che cambia le regole di assegnazione della cassa integrazione in deroga. E che, ad una prima lettura…
Ancora incertezza sulla sorte professionale di circa 30 dipendenti della Askoll di Castell'Alfero, azienda che produce motori per lavatrici e che vive da mesi una situazione di difficoltà a causa della crisi del settoree elettrodomestici. La ragione sta nel fatto che, lo scorso 1° agosto, è uscito un decreto ministeriale che cambia le regole di assegnazione della cassa integrazione in deroga. E che, ad una prima lettura, lascia "scoperta" una parte dei dipendenti: ovvero i 35 addetti che, dopo il 31 agosto, giorno di scadenza della prima "tranche" di cassa in deroga, speravano in una sua proroga. Per loro, infatti, non è previsto un rientro in azienda dato che il reparto per cui lavoravano (il cosidetto motore universale) è stato trasferito in Slovacchia. Quindi, se effettivamente questo ammortizzatore sociale non si potrà attivare, scatterà il licenziamento, con l'apertura della procedura di mobilità.
«Come spesso capita in Italia – commenta Silvano Uppo, segretario provinciale Uilm Uil – la situazione è confusa. In base alle nuove regole, infatti, la cassa in deroga, ad una prima lettura, non si può più usare nel caso della Askoll. Tuttavia la Regione Piemonte ha lasciato aperto qualche spiraglio, dato che il decreto si presta a varie interpretazioni. Nell'attesa di un chiarimento ufficiale la situazione in azienda è la seguente: per 29 lavoratori dal 1° settembre è scattato un periodo di sospensione volontaria non retribuita né soggetta a contribuzione (quindi limitato nel tempo) in attesa di chiarimenti a livello centrale e regionale, in virtù di un accordo sottoscritto tra lavoratori, azienda e sindacati nelle scorse settimane. Per gli altri sei, che non avevano firmato l'accordo, è invece già scattato il licenziamento. Ora, quindi, bisogna sperare che la Regione prenda una decisione al più presto, dato che il periodo di sospensione non è infinito, sperando in un esito positivo. In caso contrario, scatterebbe il licenziamento anche per i 29 addetti "sospesi"».
Nel frattempo, l'Amministrazione piemontese fa sapere che le Regioni italiane hanno deciso mercoledì, in occasione di un incontro a Roma, di chiedere al Ministro del Lavoro, Giacomo Poletti, un nuovo incontro sull'applicazione del decreto sulla cassa integrazione in deroga. «Rispetto ai testi precedenti è stato compiuto un passo in avanti – commenta l'assessore regionale al Lavoro, Gianna Pentenero – in quanto è stata inserita la quantificazione delle risorse. Occorre però discutere ancora, perché anche nella formulazione attuale per le Regioni il decreto sarebbe difficilmente applicabile per numerosi motivi tecnici. Il Piemonte, però, vuole continuare ad essere in questo ambito un punto di riferimento importante per la imprese e per i lavoratori e continuare a garantire l'istruttoria delle pratiche secondo modalità capaci di garantire la concessione del sussidio in tempi rapidi». Lo stesso assessore Pentenero, all'indomani della pubblicazione del decreto, aveva sottolineato che pur apprezzando le rassicurazioni fornite dal Ministro Poletti sul reperimento delle risorse, era «necessario mettere a disposizione i fondi per coprire tutto il 2014 e consentire ai lavoratori di percepire un sostegno al reddito. Anche per quanto riguarda le regole di concessione degli ammortizzatori in deroga – aveva affermato – restiamo preoccupati circa la non definizione del quadro normativo e rimarchiamo la necessità di dare certezze in tempi chiari e determinati».
Situazione più tranquilla, invece, per gli altri 160 lavoratori rimasti in azienda (impegnati nella produzione del più evoluto "Askoll motor") che, alla scadenza il 31 agosto della cassa in deroga, hanno proseguito con i contratti di solidarietà, ammortizzatore sociale di cui potranno godere fino al 31 agosto 2015, in virtù dell'accordo con l'azienda firmato lo scorso 31 luglio a Roma.
Elisa Ferrando