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Askoll, prime aperture dalla proprietàSi lavora a due ipotesi di accordo
Economia

Askoll, prime aperture dalla proprietà
Si lavora a due ipotesi di accordo

Comincia ad allentarsi la tensione sul caso Askoll, l’azienda di Castell’Alfero intenzionata a cessare l’attività dal prossimo giugno per trasferirisi all’estero. Dopo quasi due mesi di

Comincia ad allentarsi la tensione sul caso Askoll, l’azienda di Castell’Alfero intenzionata a cessare l’attività dal prossimo giugno per trasferirisi all’estero. Dopo quasi due mesi di sciopero, è arrivato il primo vero segnale di apertura da parte della proprietà, il Gruppo Askoll di Vicenza. Venerdì pomeriggio, infatti, ha presentato un documento ai sindacati in cui si diceva disponibile a superare la posizione rigida di chiusura a giugno, proponendo alle parti sociali due percorsi alternativi su cui trovare un accordo. Documento discusso sia sabato pomeriggio sia domenica, per tutto il giorno, in occasione del tavolo di confronto tra sindacati e proprietà ospitato all’Unione industriale.

«Il primo – spiega Isidoro Gioiello (Fim Cisl) – prevede un anno di contratti di solidarietà al 60% (il massimo consentito) durante cui l’azienda farà un ulteriore tentativo per verificare se riesce a superare un periodo di difficoltà che dura ormai da anni (adducendone le cause alla crisi economica generale e a quella del settore elettrodomestici in particolare) e rendere economicamente sostenibile lo stabilimento. Anche in vista della possibilità, la prossima estate, di accedere nuovamente agli ammortizzatori sociali, che per ora ha terminato (a disposizione, appunto, ci sono solo i contratti di solidarietà). Il secondo è il concordato preventivo che porterebbe con sé un anno di cassa integrazione straordinaria ad accompagnare la complessa gestione del passaggio».

Al contempo, dall’azienda arriva la richiesta ai sindacati di sbloccare il presidio delle merci in entrata/uscita dallo stabilimento che, accompagnato dallo sciopero per il 50% del turno, sta creando non pochi problemi all’azienda nei confronti di clienti importanti dell’intero Gruppo. Già nelle scorse settimane si era arrivati ad accordi per far uscire delle spedizioni, cosa che è capitata nuovamente ieri. «Stamattina (ieri per chi legge, ndr) – continua Gioiello – si è svolta l’assemblea dei lavoratori, al termina della quali i dipendenti hanno votato per il “via libera” alle merci. Anche se, fino a quando non sarà firmato un accordo, la gestione delle entrate e delle uscite dallo stabilimento dovrà essere concordata con le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie), mentre successivamente lo sciopero e il blocco cesseranno, per cui la situazione sarà normalizzata».

Collegato all’accordo ci sarà poi un canale di mobilità incentivata aperto dal prossimo giugno fino al 31 luglio, per i lavoratori che volessero comunque lasciare l’azienda in anticipo. «E’ un’esigenza che è stata espressa da alcuni, soprattutto tra gli impiegati – indica Gioiello –  che prevede un incentivo di 23mila euro di buonuscita più un preavviso pagato che, a seconda della qualifica del lavoratore, va da due a quattro mesi di stipendio. Ovviamente, comunque, questa intesa diventerà operativa solo dopo che sarà firmato l’accordo».

Elisa Ferrando

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