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Economia
Intervento

«Bonus edilizi, c’è troppa confusione»

I vertici di Confartigianato contro la novità introdotta dal Decreto Sostegni ter. Il direttore provinciale Bossi: «Si cambiano ancora una volta le regole creando incertezza»

«Continui cambiamenti al funzionamento del Superbonus 110% creano un’incertezza tale da scoraggiare il mercato del Piemonte. Le nostre imprese non possono venire penalizzate da quei pochi che si comportano al di fuori dalle leggi».
E’ il commento di Giorgio Felici, presidente regionale di Confartigianato, sulla novità introdotta nel Decreto Sostegni ter, approvato recentemente dal Consiglio dei Ministri.
«E’ corretto l’obiettivo di contrastare le frodi – sottolinea – ma non si possono colpire continuamente migliaia di cittadini e di imprese corrette impegnate in interventi di riqualificazione energetica e sismica, che ora dovranno necessariamente rivedere le condizioni contrattuali con i proprietari, generando migliaia di contenziosi e un blocco del mercato».
Un recente rapporto annuale dell’Enea Italia ha certificato che per effetto dei meccanismi di detrazione fiscale negli ultimi 15 anni nel nostro Paese sono stati investiti oltre 53 miliardi di euro (45 miliardi al 2020 con l’ecobonus 65% e più di 8 miliardi per interventi già realizzati con il Superbonus 110%).
«La ripresa in atto quindi – afferma Felici – è decisamente trainata dalle costruzioni che diventano il tassello fondamentale per la sostenibilità del debito pubblico».

I dati

In Piemonte, in base agli ultimi dati della Camera di Commercio, emerge che nel 2021 sono nate 24.958 nuove aziende edili. Il balzo è del +19,2% rispetto alle 20.942 nuove iscrizioni registrate nel corso del 2020. Inoltre, in base ai dati resi noti dal report dell’Enea e del Ministero per la Transizione ecologica lo scorso agosto, sono 2.369 gli edifici e 369,9 i milioni di euro di investimenti ammessi a detrazione col Superbonus 110%.

Il commento di Enzo Tanino

«Ormai passiamo più tempo a intercettare e capire le nuove regole, a districarci nella burocrazia e spiegare le novità ai clienti – commenta Enzo Tanino, presidente di Confartigianato Piemonte edilizia – che ad aprire cantieri, riqualificare immobili, creare nuova economia. Siamo molto preoccupati per l’ennesimo cambio di rotta del Governo su Bonus casa e Superbonus tracciata dal decreto. Vincolare la possibilità di cessione ad un unico passaggio renderà molto più difficile ed oneroso sia monetizzare direttamente il beneficio fiscale derivante dagli interventi agevolati che coinvolgere i nostri fornitori nel ritiro del credito».

L’intervento di Giansecondo Bossi

D‘accordo il direttore provinciale di Confartigianato, Giansecondo Bossi, che entra nel dettaglio delle novità introdotte.
«Il problema – spiega – è questo. Attualmente, se un cittadino decide di effettuare un lavoro di ristrutturazione sfruttando il Bonus casa o il Superbonus 110%, può usufruire dello sconto sulla fattura da parte della ditta che svolge il lavoro, che poi andrà a monetizzare il credito cedendolo alla banca. Oppure può decidere di pagare la fattura completa e successivamente cedere il credito alla banca, monetizzandolo. Dopodiché la banca può anche scegliere di effettuare un’altra cessione. Ora, con il nuovo decreto, dal 7 febbraio il credito potrà essere ceduto solo una volta. Tra l’altro, pur non essendo un provvedimento retroattivo, lascia pochissimo tempo a disposizione a clienti o imprese che avevano deciso di cedere il credito alle banche e che quindi rischiano di trovarsi in difficoltà. Doppiamente in crisi, poi, le imprese che hanno fatto lo sforzo di fare uno sconto in fattura al cliente, nonostante le difficoltà del periodo dovute all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime».

L’ostacolo al settore

Bossi sottolinea anche un altro punto. «Capisco che i passaggi di credito di imposta, consentiti finora dalla normativa, possano aver generato truffe o evasioni ai danni dello Stato. Ma cambiare nuovamente la normativa, penalizzando ancora una volta le persone oneste, non è concepibile. Il settore edile ha avuto una spinta notevole di crescita a partire dal 2019, grazie proprio alla possibilità di cedere il credito di imposta, e poi successivamente per effetto dei bonus governativi. Il settore è in crescita: perché porre ostacoli di questo tipo? Le norme vanno definite in modo corretto all’inizio, non cambiate continuamente in corso d’opera, generando solo confusione. A questo proposito va ricordare che questa nuova modifica segue di pochi mesi l’obbligo di asseverazione dei crediti anche per chi utilizza il Bonus casa, in vigore dallo scorso 12 novembre. Una novità che ha obbligato ad approntare pratiche molto più complesse e costose coloro che non hanno concluso i lavori entro quella data».

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