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Caso Euroweld, appello dei sindacati"Il Comune trovi una soluzione"
Economia

Caso Euroweld, appello dei sindacati
"Il Comune trovi una soluzione"

«Chiediamo un incontro urgente al sindaco Fabrizio Brignolo per capire come intende muoversi l’Amministrazione comunale riguardo al progetto del polo commerciale “Porta del Monferrato”. E,

«Chiediamo un incontro urgente al sindaco Fabrizio Brignolo per capire come intende muoversi l’Amministrazione comunale riguardo al progetto del polo commerciale “Porta del Monferrato”. E, soprattutto, quali conseguenze avrà sul futuro della Euroweld (ex Ages). Non possiamo permetterci un ulteriore impoverimento industriale del territorio».

A richiederlo, come spiega Salvatore Pafundi (Fim Cisl), i sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm, a margine di un incontro svoltosi martedì pomeriggio tra le parti sociali e la direzione dello stabilimento astigiano di Strada Cascina Cauda (corso Alessandria) che produce componenti e sistemi per l’illuminazione nel settore auto (come fanali e fendinebbia). Stabilimento che, dalla fine di luglio del 2010, appartiene al Gruppo Stola di Rivoli (di cui fanno parte circa 20 società in tutto il mondo) che ha appunto rilevato la Ages quando era da poco uscita dal fallimento.

«Al termine della riunione di martedì – ricorda Pafundi a nome di Fim e Uilm – è trapelato che la proprietà ha scritto al sindaco una lettera dai contenuti vaghi ma non certo rassicuranti per il futuro dell’attuale sito produttivo astigiano. Su questo punto vogliamo vederci chiaro. Non per opporci al progetto della “Porta del Monferrato”, ma per difendere la permanenza ad Asti di questa realtà produttiva che occupa oltre 100 lavoratori».

Fim e Uilm sottolineano anche un altro aspetto. «Nel corso della riunione – prosegue Pafundi – l’azienda ci ha prospettato uno scenario che si potrebbe definire un “ritorno al passato”. La direzione delle risorse umane del Gruppo Stola, infatti, ha deciso di procedere alla terziarizzazione di alcune lavorazioni interne dello stabilimento ad una cooperativa di produzione. In pratica, a circa 14 lavoratori che attualmente hanno un contratto di somministrazione (interinale, ndr) è stata proposta l’assunzione da parte della cooperativa. Il risultato sarebbe che, all’interno dello stesso stabilimento, lavorerebbero operai con le stesse mansioni, ma con contratti, retribuzioni e inquadramenti differenti, alcuni migliori e altri peggiori. Non è giusto».

Stupiti dall’intervento dei sindacati Gian Paolo Bellis e Massimo Filippi, rispettivamente direttore di stabilimento e amministratore delegato di Euroweld. «Per quanto riguarda la questione della terziarizzazione dei servizi – spiegano – dobbiamo fare una premessa. La storia di Euroweld è cominciata a fine luglio 2010: in tre anni, nonostante la crisi economica, che riguarda pesantemente anche il settore automotive, siamo riusciti ad ottenere risultati ragguardevoli. Ricordando che partivamo da una situazione molto difficile – ovvero da un’azienda uscita da un fallimento – abbiamo raddoppiato il fatturato, da 10 a 20 milioni di euro, e incrementato il personale. Infatti siamo passati da un totale di 120 lavoratori, interessati inizialmente dalla cassa integrazione, a 132 dipendenti, cui si aggiungono oltre 30 lavoratori con contratto di somministrazione (interinali). E questo grazie a strategie che hanno dato i loro frutti: abbiamo trovato nuovi clienti, anche all’estero, e puntato su produzioni più richieste dal mercato, differenziando il “portafoglio” per conferire allo stabilimento una maggiore stabilità a livello produttivo. Inoltre ogni anno abbiamo reinvestito il 10% del fatturato per migliorare le attrezzature produttive, la sicurezza e l’ambiente di lavoro e potenziare la formazione interna. Il tutto grazie alla collaborazione delle parti sociali e delle Rsu, che abbiamo sempre coinvolto nei processi decisionali, compresi quelli relativi alla terziarizzazione, su cui avremo un ulteriore incontro mercoledì prossimo».

I responsabili Euroweld, però, ammettono la necessità dell’azienda di rimanere competitiva sul mercato. «Fatte queste premesse – continuano – la situazione del settore auto è comunque difficile, per cui dobbiamo cercare sempre di ridurre ed ottimizzare i costi di produzione. Il processo di terziarizzazione, con il ricorso alla cooperativa citata, va in questa direzione». Nessuna replica, invece, sulla questione dell’eventuale rilocalizzazione. «E’ una questione che attiene alla proprietà – sottolinea Filippi –  per cui non riguarda noi che ci occupiamo della gestione aziendale. Certo è che, con i risultati che ho citato, la Euroweld non ha alcun interesse ad abbandonare Asti».

Interpellato sull’argomento, il sindaco Brignolo precisa: «Come Amministrazione comunale – afferma – abbiamo in corso un carteggio con la proprietà, che ci ha manifestato l’esigenza di ingrandire il sito produttivo. Il nostro interesse è far sì che l’ampliamento avvenga all’interno del nostro comune, indipendentemente dal progetto “Porta del Monferrato” che, ricordo, è una proposta avanzata dal Gruppo Ruscalla, capofila del progetto. Le due cose non si escludono a vicenda, anche perché, ad essere realisti, la “Porta del Monferrato” avrà tempi decisamente lunghi, non so quanto consoni alle esigenze di Euroweld. Comunque avrò modo di parlarne con i sindacati nell’incontro che fisserò al più presto».

Elisa Ferrando

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