L’azienda di call center ha infatti firmato con le RSU aziendali un accordo per il ricorso alla FIS che dovrebbe coinvolgere 383 dipendenti
E’ quasi terminata la prima delle 13 settimane di FIS alla Comdata di via Guerra ad Asti. Lunedì sera l’azienda di call center aveva infatti firmato con le RSU aziendali un accordo per il ricorso a questa sorta di cassa integrazione del terziario che avrebbe coinvolto 383 dipendenti. Tre i punti sui quali avevano insistito i sindacati di CGIL, CSL e UIL: che il peso della FIS gravasse a rotazione sui dipendenti; che venissero avviati piani di formazione e riqualificazione del personale; che l’azienda si impegnasse a mantenere vivo il sito produttivo di Asti cercando nuove commesse.
A pochi giorni dall’avvio degli ammortizzatori sociali che, a turno, coinvolgono 80 dipendenti al giorno, i sindacati si dicono ottimisti: «Per il momento le premesse sono buone. Abbiamo in contri quotidiani con l’azienda, che per il momento sembra voler rispettare quanto concordato in tavolo di negoziato» spiega Gaspare Bongiovanni RSU della CGIL SLC. Gli fa eco la collega Elisa Fiore della UILCOM, la quale aggiunge: «L’azienda dimostra di voler mantenere aperto il dialogo. Questo è un segnale molto importante. In questo momento siamo impegnati quotidianamente ad informare i nostri colleghi, in particolare coloro che saranno raggiunti dalla FIS». Il momento è serio ma non grave ci spiegano. «Sicuramente lo scenario è meno nefasto di quello che nei giorni precedenti si era dipinto in azienda – spiega Bongiovanni – la FIS è stata richiesta non per crisi ma a causa di un calo dei volumi di lavoro. Situazione che speriamo possa essere solo transitoria e che possa concludersi il più presto possibile».
Su quali saranno le decisioni dei vertici aziendali al termine delle 13 settimane di FIS. «Su questo punto l’azienda non ha voluto sbilanciarsi – continua Elisa Fiore – sono arrivate rassicurazioni sulle intenzioni di mantenere produttivo il sito astigiano ma per il momento non abbiamo nulla di concreto in mano». Aspetto che contribuisce ad aumentare ansie e inquietudini tra i lavoratori. «Le assemblee tenute negli ultimi giorni sono state turbolente – ha ammesso Bongiovanni – non tutti i lavoratori si sono sentiti rassicurati. Noi però ci sentiamo di dire che all’interno dell’accordo sono state prese le tutte le misure per difendere i posti di lavoro». Complessivamente la FIS porterà ad una decurtazione del 20% sulla retribuzione. Una decurtazione che andrà a pesare soprattutto per le tasche dei dipendenti part-time. A questo proposito le RSU aziendali tendono a specificare: «anche i sindacalisti impegnati nelle commesse che saranno oggetto della FIS avranno questa decurtazione. Per noi non ci sono sconti, contrariamente ad alcune voci che in questi giorni suggerivano il contrario».