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Comdata Asti, sospeso lo stato di agitazione
Economia

Comdata Asti, sospeso lo stato di agitazione

 La decisione è stata comunicata dalle tre sigle sindacali di CGIL, CISL e UIL dopo la decisione dell’azienda di rimuovere il “countdown pause” dai pc

Sospeso lo stato di agitazione per i lavoratori di Comdata, l’azienda di telecomunicazioni e call center di via Guerra ad Asti. La decisione è stata comunicata dalle tre sigle sindacali di CGIL, CISL e UIL dopo la decisione dell’azienda di rimuovere il “countdown pause” dai pc. Il “countdown”, ossia il conto alla rovescia delle pause, è una sorta di timer installato sui computer che calcolava i minuti di pausa dei dipendenti e che bloccava l’accesso al sistema nel caso il lavoratore avesse tardato a rientrare nella sua postazione. «Uno strumento che non avrebbe aumentato la produttività ma che anzi avrebbe causato maggiore stress e pressioni tra i dipendenti, fermi alla macchinetta del caffè con gli occhi puntati sull’orologio» spiegano le RSU.

Per questa ragione i sindacati, in accordo con i lavoratori, lunedì scorso avevano proclamato lo stato di agitazione e nel corso dell’assemblea dei lavoratori di mercoledì si sarebbe discusso se indire uno sciopero per oggi. Una protesta che avrebbe coinvolto anche i siti di Torino e Ivrea oltre a quello astigiano. Non è stato necessario, i sindacati hanno infatti fatto sapere in assemblea che l’azienda aveva deciso di rivedere la sua politica sul “countdown”. «L’azienda ha fatto un passo indietro – dichiarano in un comunicato le RSU – è una vittoria importante perché se da un lato elimina una situazione umanamente insopportabile e operativamente assurda dall’altra abbiamo visto cosa si è in grado di ottenere quando i lavoratori protestano uniti». La richiesta della rimozione del “countdown pause” era solo il primo di tre punti iscritti dai sindacati come cause dello stato di agitazione.

Contestata anche la gestione unilaterale degli strumenti di flessibilità come ROL e ferie dei dipendenti e, infine, la formazione “a gettone”, retribuita secondo i sindacati in modo non conforme ai contratti nazionali. I sindacati hanno dichiarato che il confronto su questi ultimi due temi, e in particolare la gestione della flessibilità, verrà ripreso al ritorno dalle vacanze estive, verosimilmente verso la fine di agosto. 

Lucia Pignari

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