“Fuori servizio. Contratto adesso”. E’ lo slogan dello sciopero nazionale dei settori turismo, mense, terme, multiservizi, farmacie. Parliamo, ad esempio, di camerieri, baristi, cuochi, addetti delle mense, farmacisti dipendenti
“Fuori servizio. Contratto adesso”. E’ lo slogan dello sciopero nazionale dei settori turismo, mense, terme, multiservizi, farmacie. Parliamo, ad esempio, di camerieri, baristi, cuochi, addetti delle mense, farmacisti dipendenti. Lavoratori che protesteranno per chiedere, appunto, il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Ad Asti era in programma questa mattina (venerdì) un presidio di circa 80 lavoratori sotto la sede dell’Unione industriale, in piazza Medici, dalle 9.30 alle 11.
Lo sciopero è stato proclamato a livello unitario da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Uiltrasporti. Ad essere coinvolti, a livello nazionale, 1,5 milioni di lavoratori, che attendono il rinnovo del contratto da tre anni (nella migliore delle ipotesi) o da sei anni (nella peggiore). «La protesta – spiega Francesco Di Martino, segretario generale provinciale Uiltucs Uil – è volta a chiedere un aumento salariale adeguato a sostenere, migliorare e rendere dignitose le loro condizioni. Quindi l’introduzione di norme che valorizzino la professionalità, garanzie per l’occupazione e tutele per un lavoro dignotoso». I sindacati sottolineano anche che, ad essere coinvolte, sono categorie che «lavorano spesso in condizioni difficili, con orari ridotti e stipendi esigui. La loro attività, che talvolta appare “invisibile”, si svolge 365 giorni all’anno, alla domenica e nei giorni festivi, perché sono considerati sempre necessari».
Revocato lo sciopero dei dipendenti Media World
E’ stato intanto revocato lo sciopero nazionale unitario, promosso da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, inizialmente previsto per domani (sabato), dei dipendenti della catena Media World (ad Asti è presente un punto vendita in corso Casale con 33 dipendenti).
A Torino il corteo dei dipendenti pubblici
Mercoledì, invece, il vento della protesta ha attraversato la categoria del Pubblico impiego. Promossa a livello unitario dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e UilPa, la manifestazione ha visto, a livello regionale, un corteo a Torino partito da piazza Albarello e terminato in piazza Carlo Alberto, dove si sono tenuti i comizi finali. L’obiettivo fondamentale era «chiedere al Governo, dopo sette anni di attesa e due rinnovi persi, un contratto nazionale di lavoro vero», dando così voce al disagio degli oltre 100mila lavoratori pubblici (dagli Enti locali agli ospedali), del terzo settore e della sanità privata del Piemonte. «Lo sciopero è andato bene – commenta Fabrizio Sala, segretario generale Cisl Fp Alessandria/Asti – e ha rappresentato un segnale chiaro al Governo. Governo che ha messo a disposizione, per il rinnovo del contratto della categoria, una cifra pari a 300 milioni di euro per 3 milioni di lavoratori. Ovvero, spalmando questa cifra come dovuto, 5 euro in più in busta paga a lavoratore. Una elemosina rispetto alla nostra richiesta, pari a 150 euro lordi al mese». Nel corso della manifestazione i sindacati hanno poi puntato il dito contro la Regione Piemonte «per l’assenza di confronto sulle numerose problematiche relative al Servizio sanitario regionale e per i mancati investimenti in materia di riorganizzione e nuove assunzioni di personale».
Elisa Ferrando