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Agricoltura, 2200 imprese "al femminile"
Economia

Agricoltura, 2200 imprese "al femminile"

L’agricoltura si tinge di rosa. E’ in questo settore, infatti, che opera la maggior parte delle imprese “al femminile” astigiane: 2.190 su un totale di 6.198 imprese gestite da donne (pari al

L’agricoltura si tinge di rosa. E’ in questo settore, infatti, che opera la maggior parte delle imprese “al femminile” astigiane: 2.190 su un totale di 6.198 imprese gestite da donne (pari al 35,3%).
E’ uno degli spunti di riflessione emersi al convegno “Donne e imprese agricole: un binomio per la crescita”, che si è svolto mercoledì nella sede della Camera di Commercio, nell’ambito del cartellone della Douja d’Or, promosso dalla Commissione regionale per le Pari opportunità. Durante l’incontro, che ha visto la presenza di rappresentanti delle Istituzioni, della Commissione e delle associazioni di categoria, è stato innanzitutto illustrato il progetto “Valorizzazione delle imprese agricole e agroalimentari al femminile” promosso dalla Commissione e messo a punto dal consorzio “Il Nodo”.

Come ha spiegato la coordinatrice Alessandra Brogliatto «l’obiettivo è aiutare le imprese femminili a migliorare la performance economica; offrire nuove opportunità di sviluppo lavorando in rete; evidenziare le criticità e i bisogni delle imprese “al femminile”, ma anche le opportunità in termini di attrattività dei territori». A questo scopo sono state definite le varie fasi progettuali: tra queste la nascita di un Tavolo di lavoro politico-istituzionale, composto anche da donne imprenditrici, quindi la creazione di una mailing list e di un data base per lo scambio di informazioni e documenti, la realizzazione di un vademecum per le donne che vogliono avviare un’impresa agricola o di allevamento, lo sviluppo di scambi di esperienze e collaborazioni tra imprenditrici, anche di Paesi diversi per favorire l’internazionalizzazione. E ancora, l’organizzazione di incontri per stimolare la nascita di nuove imprese nell’ambito dell’agricoltura e dell’allevamento.

Dopodiché è seguito un confronto che ha visto susseguirsi vari interventi. Tra le relatrici, alcune rappresentanti delle associazioni di categoria e tre imprenditrici del territorio (Barbara Pastorino, presidente della cantina sociale di Maranzana, Nicoletta Candelo dell’Agriturismo Bastian e Mariuccia Borio di Cascina Castlet). Per quanto riguarda la prima “categoria”, interessante la fotografia scattata da Anna Maria Carrer, presidente del Comitato imprenditoria femminile della Camera di Commercio. «In base agli ultimi dati disponibili, allo scorso 30 giugno – ha affermato – in provincia di Asti le imprese gestite da donne sono 6.198». I settori in cui sono maggiormente rappresentate sono l’agricoltura, con 2.190 imprese (35,3% del totale); i servizi, con 1.815 aziende (29,2%); il commercio, con 1.403 aziende (22,6%).

«Nel primo semestre 2013 – ha ricordato – sono nate 224 nuove imprese, a fronte di 304 cessazioni. L’indice di natalità è negativo ormai da alcuni anni, ma questo andamento riflette il trend generale che caratterizza il sistema imprenditoriale, sia a livello regionale sia nazionale. A livello generale, poi, si nota come Asti sia seconda in Piemonte, dopo Alessandria, e comunque sopra la media nazionale, per incidenza di imprese femminili (24,6%) sul totale delle imprese. E se le aziende “in rosa” sono circa 6mila, oltre il doppio sono le cariche ricoperte da donne all’interno delle aziende».
Tornando all’agricoltura, 1.200 imprenditrici si dedicano alla viticoltura, 500 alla cerealicoltura, 136 all’allevamento, 140 alla coltivazione di ortaggi e frutta. «Molte di queste, poi – ha indicato – integrano il reddito aziendale con attività aggiuntive, quali l’agriturismo, le fattorie didattiche, la trasformazione e la vendita diretta dei prodotti. Auspico quindi che queste attività, che nascono dalla capacità creativa delle donne, possano contribuire alla promozione del territorio e, al tempo stesso, produrre un incremento del reddito familiare».

Tra le attività innovative, poi, come ha ricordato Paola Romanato, responsabile Donne Impresa Coldiretti, anche le “Agritate”, ovvero donne che, dopo aver seguito un apposito corso di qualificazione, si dedicano all’assistenza alla prima infanzia all’interno dell’azienda agricola. L’Astigiano ne conta “in servizio” otto, che si occupano di circa 20 bambini, cui si aggiungeranno a breve altre due colleghe. Riguardo, poi, alla gestione delle aziende, è intervenuta Gabriella Sanlorenzo, che ha illustrato la ricerca che ha redatto nell’ambito del dottorato presso il Centro studi per lo sviluppo rurale della collina che ha sede all’università di Asti. La ricercatrice, con la collaborazione di Coldiretti, Cia e Unione agricoltori, ha visitato 95 aziende e ne ha intervistato i titolari. Tra i risultati emersi il fatto che, trattandosi quasi esclusivamente di imprese individuali, il titolare è il componente di una famiglia, per cui le decisioni vengono prese “in casa”, ovvero dai vari componenti della famiglia. E che le donne, indipendentemente dal ruolo in azienda, hanno facoltà di decidere soprattutto in merito alle attività innovative, amministrazione e contabilità.

Elisa Ferrando

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