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Fornaca: “L’edilizia sarà il motore della ripresa economica”

L’imprenditore a capo del Gruppo costruttori edili dell’Unione industriale indica le previsioni per il settore e aggiunge: “Mancano operai qualificati”

«Siamo convinti che l’edilizia sarà il motore della ripresa, trascinando anche gli altri settori. Ma questo a patto che la svolta positiva – avviata il mese scorso grazie agli incentivi statali (i bonus 110%, facciata, ristrutturazioni) – sia gestita correttamente e sia unita ad un utilizzo intelligente delle risorse del Recovery Fund».
Ad affermarlo Carlo Fornaca, titolare di CS Costruzioni di Frazione Sessant e a capo del Gruppo costruttori edili dell’Unione industriale di Asti.
Una convinzione che si basa innanzitutto sull’andamento del settore negli ultimi mesi. «Come si evince dai dati della Cassa edile – afferma – negli ultimi quattro mesi il trend si è rivelato assolutamente positivo. Infatti è salito il numero di imprese, occupati e massa salari. Decisamente in incremento le ore lavorate a fronte di una minima richiesta di cassa integrazione che, invece, durante il lockdown era aumentata in modo esponenziale».

Le motivazioni

Le ragioni sono diverse. «Innanzitutto, a causa del lockdown della scorsa primavera – evidenzia – molti cantieri sono stati rimandati e cominciati solo alla fine del 2020, complici anche le condizioni meteo che hanno consentito di lavorare. Per quanto riguarda, invece, il mese di gennaio, la ragione è da cercare negli incentivi statali, che stanno inducendo molti cittadini a programmare interventi nelle abitazioni. La spinta e la crescita grazie ai vari bonus fiscali continueranno sicuramente per tutto il 2021. Se saranno tempestivamente presentati e ottenuti i fondi europei (mi riferisco in primis al Recovery fund) la crescita si protrarrà di parecchi anni e trascinerà tutti gli altri settori. Per questo, come associazione di categoria, stiamo lavorando molto per gestire correttamente la svolta».

Le previsioni per il 2021

Secondo Fornaca si innesterà un meccanismo virtuoso che porterà all’aumento della richiesta di edifici e abitazioni sia di proprietà sia da inserire nel mercato della locazione. «Il punto è questo», spiega Fornaca. «I Bonus in vigore – afferma – favoriranno il mercato residenziale. Attualmente, quando si decide di cambiare casa, si opta per un’abitazione più confortevole in grado di assicurare un basso impatto ambientale, quindi con costi inferiori a livello di consumi e di gestione, e una elevata dotazione tecnologica (il cosiddetto mercato di comfort). Considerati la richiesta e i bonus in vigore, prevediamo che chi possiede alloggi obsoleti da questi punti di vista deciderà di investire per renderli più confortevoli, in modo da venderli o affittarli».
Insieme a ciò Fornaca ricorda l’importanza di riprogettare e urbanizzare la città grazie al Recovery Fund, fondamentale per la ripresa. Strategia che, secondo il gruppo Costruttori edili, dovrà essere accompagnata dall’impegno delle Amministrazioni nel semplificare le autorizzazioni, favorendo e detassando la riqualificazione delle aree dismesse.

La scarsità di operai qualificati

All’orizzonte, però, incombe la nube della mancanza di operai qualificati. «A causa dei tanti anni di decrescita che hanno caratterizzato il comparto e al fatto che il nostro lavoro è considerato molto faticoso – conclude – mancano le figure qualificate e specializzate, così come il vivaio per formare nuovo personale. Colgo l’occasione, quindi, per ricordare che la tecnologia e i macchinari più moderni hanno reso il nostro lavoro molto meno faticoso di una volta. Inoltre è un mestiere che si basa sull’inventiva, non è sedentario, non è monotono e non può essere “sostituito da un algoritmo”. Decisamente un’ottima occupazione, quindi, che è mediamente remunerata (a parità di livello) il 20% in più rispetto a tante altre categorie. Quindi la crescita dovrà essere accompagnata da un grande impegno nell’ottica della formazione, grazie alla Cassa edile. Parimenti, le Istituzioni dovrebbero intervenire con sgravi fiscali per rendere più agevole il ricorso all’apprendistato, il cui costo lordo è molto alto. Così si potrebbe ricostituire un vivaio che accompagnerebbe la crescita del settore».

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