«La Douja d’Or garantisce una buona visibilità per le nostre aziende, soprattutto per quanto riguarda il mercato del consumatore finale».
Non ha dubbi Francesco Monchiero, dallo scorso giugno presidente di Piemonte Land of Wine, sull’utilità della manifestazione enologica astigiana per i soci del consorzio, che raggruppa tutti i 14 consorzi piemontesi ufficialmente riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura.
Come “quartier generale” disponete dello stand e dell’enoteca in piazza San Secondo, dove vengono proposte, in degustazione e vendita, oltre 500 etichette. Effettuate una selezione?
No, tutti i soci sono invitati a partecipare alla Douja d’Or e devo dire che lo fanno volentieri perché la manifestazione concede una buona visibilità, soprattutto nei confronti del consumatore finale. A volte, come produttori, saliamo un po’ “sul piedistallo” e pensiamo che i nostri vini debbano essere assaggiati solo dai grandi acquirenti o dai giornalisti. In realtà è importante anche il consumatore finale, e manifestazioni come la Douja d’Or creano l’occasione per impegnarsi in tal senso. Peraltro il riscontro è sempre buono e il nostro stand è il più frequentato, insieme a quello del Consorzio Barbera d’Asti che “gioca in casa”. Anche perché il pubblico è curioso di assaggiare etichette fuori dal contesto provinciale.
In occasione della Douja organizzate anche alcuni eventi…
Sì. Innanzitutto i laboratori di degustazione presso la Camera di Commercio, in cui, per la prima volta, porremo a confronto i vini piemontesi con altre etichette, dotate di caratteristiche simili, provenienti da differenti regioni italiane: ad esempio, il Barolo con il Brunello, entrambi vini da lungo invecchiamento, oppure il Timorasso con il Verdicchio, per via della loro longevità.
In secondo luogo, insieme all’Accademia della vite, organizziamo un convegno al Polo universitario astigiano, sabato 9 settembre, in cui si discuterà del riordino delle Doc di cui si sta occupando l’Unione europea. Interverranno tre docenti universitari che spiegheranno in quale direzione sta procedendo questo dibattito e concluderemo con una tavola rotonda in cui inizieremo a ragionare sulle proposte da avanzare a questo proposito per non trovarci impreparati quando il processo di riordino sarà attuato. A questo momento di confronto, in cui interverrà anche l’assessore regionale Marco Protopapa, seguirà un’altra tavola rotonda il 17 settembre, all’interno della stand di Piemonte Land, con la partecipazione di tutti i consorzi piemontesi. Ecco che, quindi, lo stand sarà non solo adibito alle degustazioni, ma anche ad affrontare temi importanti per il nostro futuro, in cui verranno avanzate alla politica proposte concrete (per ulteriori informazioni sul programma clicca qui).
Il concorso
Lei ha parlato di vini italiani. A questo riguardo, cosa ne pensa del fatto che, dopo l’emergenza sanitaria, non è più stato ripristinato il concorso nazionale legato alla Douja d’Or?
Il concorso è servito al mondo del vino astigiano per farsi conoscere in tutta Italia. E’ stato precursore dei riconoscimenti in questo ambito, che oggi sono molto numerosi in Italia e all’estero, per cui bisogna capire se le aziende hanno ancora l’esigenza di parteciparvi. Personalmente, penso che forse oggi sia meglio che la Douja si concentri sui vini piemontesi.
La vendemmia
Inizia un periodo fondamentale per voi: che vendemmia sarà?
La pioggia del 27 e 28 agosto, nelle zone risparmiate dalle grandinate, è stata una vera e propria “manna dal cielo”. Il primo aiuto è arrivato dalle piogge abbondanti dello scorso maggio e dalle temperature poco elevate di giugno, che hanno consentito alla vite di vegetare bene. Successivamente la siccità e il caldo intenso di luglio e agosto stavano mettendo in crisi la raccolta, tanto che si temeva una vendemmia scarsa. Invece, grazie alla pioggia di cui parlavo, i grappoli sono cambiati completamente nel giro di tre/quattro giorni, come attestano coloro che avevano già cominciato la raccolta del Moscato. Quindi si attende una buona vendemmia con valori di zuccheri non eccessivi e una produzione considerevole. In sostanza, quest’anno è piovuto poco, ma comunque più del 2022 e, soprattutto, nei momenti cruciali per la vegetazione della vite.