«Noi imprenditori dobbiamo chiedere alla politica, di qualunque colore essa sia: dateci un Paese normale, e vi faremo vedere noi cosa siamo capaci di fare». E' l'invito con cui il presidente
«Noi imprenditori dobbiamo chiedere alla politica, di qualunque colore essa sia: dateci un Paese normale, e vi faremo vedere noi cosa siamo capaci di fare». E' l'invito con cui il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha chiuso il suo intervento all'assemblea generale dei soci dell'Unione industriale di Asti che si è svolta ieri (lunedì) al Teatro Alfieri. Assemblea che ha visto la rielezione della presidente uscente Paola Malabaila, che guiderà l'associazione (230 aziende iscritte per 9mila dipendenti, 10 settori merceologici rappresentati) per i prossimi due anni.
«Viviamo in un momento ancora difficile e contrastato della nostra economia e della vita del Paese», ha esordito Squinzi. «In tale contesto le imprese e le loro associazioni hanno un ruolo determinante per piegare nella direzione positiva i segnali di vivacità che si colgono. Oggi, dopo una serie interminabile di segnali negativi, si stanno diffondendo i primi segnali di una timida ripresa. Non bisogna lasciarsi andare a facili entusiasmi o a previsioni affrettate, né al consueto scettico pessimismo. Occorre realismo, valutando le pesanti conseguenze della crisi e gli insegnamenti che ci lascia, pesando con pragmatismo e serietà i segnali di recupero che sono chiari ma ancora troppo deboli e poco diffusi, lasciando senza indugio il passato alle spalle per cavalcare l'opportunità di ripartire che ci viene dal contesto internazionale favorevole».
Squinzi – cui Chiara Ercole (Saclà) ha lanciato un appello per chiedere di difendere con forza le piccole e medie imprese italiane – ha poi ribadito che «la strada per risalire è ancora lunga». «Se le nostre previsioni per il 2015 venissero confermate e se proseguissimo allo stesso ritmo di crescita negli anni successivi – ha affermato – torneremmo ai valori pre-crisi nel 2023: vorrebbe dire che avremmo perso 16 anni. Sono troppi, non ce lo possiamo permettere». Un riferimento è stato poi fatto alle riforme («riforme strutturali di cui abbiamo disperato bisogno»), su cui ha dichiarato: «Chiedo al Governo di mettere nell'attuazione lo stesso impegno che pone nel varare le riforme».
A parlare di «primi segnali di una, seppure debole, ripresa» anche la presidente dell'Unione industriale Paola Malabaila nel corso del suo intervento. «Anche a livello locale – ha sottolineato – si stanno finalmente riscontrando i primi segnali di ritorno alla fiducia da parte dei nostri imprenditori. I recenti risultati della nostra indagine congiunturale/previsionale relativa al terzo trimestre di quest'anno evidenziano infatti un miglioramento delle aspettative degli associati rispetto al trimestre precedente. Dalla rilevazione emergono infatti significative positività degli indicatori connessi alla produzione industriale, agli ordini totali, agli ordini export. Migliorano anche l'indicatore relativo alla percentuale di aziende che prevedono di far ricorso alla cassa integrazione ed il tasso di utilizzo degli impianti. Sono sicura, quindi, che Istituzioni e imprese riusciranno a costruire un nuovo futuro per il nostro territorio, le nostre aziende e i nostri lavoratori».
Tra i tanti argomenti toccati nella sua relazione, Paola Malabaila ha poi annunciato i risultati raggiunti e gli obiettivi futuri del "progetto vino". «Questo progetto, che per sua impostazione è in continua evoluzione – ha affermato – si propone di delineare una strategia di sviluppo del settore coinvolgendo tutti gli attori, privati e pubblici, presenti sul territorio in modo da sfruttare al massimo le sinergie che ne possono derivare». Tra i vari obiettivi citati del progetto, anche la partecipazione alla Douja d'Or 2015 con uno stand dell'Unione industriale dedicato ai vini aromatizzati e la realizzazione di iniziative legate al marketing territoriale, tra cui la craezione di un'enoteca permanente e la realizzazione di una bottiglia "astigiana".
Elisa Ferrando