«Il nostro piano strategico prevede di trasformare l’Università di Torino – la terza più grande d’Italia, con i suoi 80mila studenti – da un modello “torinocentrico” ad uno diffuso sul territorio. Accogliamo quindi molto volentieri l’offerta che proviene dalle località decentrate. Se voi ci siete, anche noi ci siamo».
Sono le parole di Stefano Geuna, rettore dell’Università di Torino, che mercoledì si è recato in visita al Polo universitario astigiano di piazzale De André.
L’occasione era l’inaugurazione di due nuovi spazi realizzati nei mesi scorsi, nel periodo più difficile dell’emergenza sanitaria, e ha fornito lo spunto per un confronto sul futuro dell’università e del Polo astigiano.
A fare gli onori di casa – alla presenza di numerose autorità civili, militari e religiose – Mario Sacco, presidente del consorzio Astiss che gestisce a livello amministrativo il Polo astigiano. Sacco ha infatti accompagnato il rettore Geuna e la prorettrice Giulia Anastasia Carluccio a visitare le aule, recentemente informatizzate e dotate di collegamenti wireless, i laboratori scientifici e informatici. E, soprattutto, i due nuovi spazi.
Gli investimenti
Il primo è il laboratorio scientifico per gli studenti del corso di laurea in Infermieristica e del corso da Operatore socio-sanitario (dato che Astiss è Ente accreditato dalla Regione per la formazione professionale).
Dotato di due manichini ad alta tecnologia, consente agli studenti di fare pratica come nelle corsie di ospedale. «Grazie ad un investimento decisamente significativo e al lavoro in accordo con l’Asl – ha commentato Sacco – gli studenti avranno a disposizione tecnologie all’avanguardia per la loro formazione pratica».
«Sono risorse molto importanti per la formazione – ha commentato Geuna, che è un neuroscienziato – ancor più alla luce dell’emergenza sanitaria. Attualmente la pandemia impedisce la formazione nei reparti di ospedale e, considerando che ci vorranno mesi o anni prima di tornare alla normalità, si comprende l’importanza di questo investimento. Tanto più che alcune esperienze, anche per il personale già formato, si svolgono meglio su un manichino che su un paziente».
Il secondo spazio presentato è stato poi la sala regia per la registrazione delle videolezioni, fondamentali in questo periodo di didattica a distanza, allestita con il contributo della Banca di Asti. Dotata di telecamere e gobbo elettronico, consente appunto di effettuare le lezioni a distanza, con la possibilità di collegarsi anche al nuovo laboratorio di Infermieristica.
Le parole del presidente Sacco
Alla visita della sede è seguito un incontro nell’aula magna che ha visto intervenire, oltre a Sacco e Geuna, anche il sindaco Maurizio Rasero, il presidente della Provincia Paolo Lanfranco, l’assessore regionale Marco Gabusi e, successivamente, i responsabili dei corsi di laurea nella sede astigiana.
«Siamo orgogliosi – ha affermato Sacco – di accogliere, per la prima volta ad Asti, il rettore dell’Università di Torino, che conosceva questa sede in qualità di docente. Di fronte a lui sottolineo come questa sia la più importante istituzionale culturale del territorio, in cui crediamo molto. Anche quest’anno abbiamo incrementato il numero di studenti (stiamo superando la soglia dei 1.600 iscritti) e abbiamo effettuato, come abbiamo avuto modo di mostrare, importanti investimenti. In prospettiva, come Astiss, consorzio sostenuto da tutte le Istituzioni del territorio, abbiamo intenzione di rafforzare l’impegno a specializzarci in ambito sanitario. La pandemia in corso, infatti, ha messo in luce una carenza che esisteva da tempo, quella delle professionalità in questo ambito».
«Ad esempio – ha proseguito – potremmo formare infermieri di comunità, nel solco della medicina territoriale. Ma per fare ciò abbiamo bisogno del sostegno e della collaborazione dell’Università di Torino».
L’intervento del rettore Geuna
Ad assicurare disponibilità e collaborazione il rettore Geuna.
«E’ la prima volta che vengo in questa sede in qualità di rettore, ma non sarà l’ultima. Tra l’altro mi fa molto piacere che questo Polo universitario sia intitolato a Rita Levi Montalcini, dato che sono neuroscienziato e ho lavorato nei suoi laboratori».
Entrando nel merito del confronto, Geuna ha quindi ricordato che «nel piano strategico che abbiamo finito di eleborare c’è la trasformazione dell’Università di Torino da università centrata sulla città di Torino a una università di territorio. Certamente la sede di Torino rimarrà la più importante, considerata la storia significativa alle spalle, ma di sicuro investiremo sulle sedi decentrate. Parliamo di un ateneo che è il terzo più grande in Italia, peraltro in continua crescita a livello di studenti: quest’anno abbiamo segnato un + 2.200 iscritti, cui ha contribuito anche il Polo astigiano, superando in totale gli 80mila studenti».
«Di conseguenza – ha continuato – accogliamo molto volentieri l’offerta del territorio. Se voi ci siete, anche noi ci siamo». L’attenzione sarà volta su tutti i corsi di laurea. Per quanto riguarda, nello specifico, Infermieristica, ci sono allo studio progetti per potenziare l’offerta formativa introducendo nuove specializzazioni.
Elisa Ferrando