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I consumi vanno a picco: ultimi in Piemonte
Economia

I consumi vanno a picco: ultimi in Piemonte

Nella nostra provincia i segni della crisi economica sono sempre più evidenti. Asti è infatti agli ultimi posti nella classifica regionale per quanto riguarda il reddito pro capite e i consumi. E’

Nella nostra provincia i segni della crisi economica sono sempre più evidenti. Asti è infatti agli ultimi posti nella classifica regionale per quanto riguarda il reddito pro capite e i consumi.
E’ quanto emerge dalla 19esima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Piemonte, presentata nei giorni scorsi a Torino. Spesa complessiva che, nel 2012, si è attesata sui 4.763 milioni di euro (- 12,8% rispetto al 2011), evidenziando una contrazione dei consumi sostanzialmente in linea con la tendenza registrata nel resto del Paese (la media italiana è infatti pari a – 12,9%).

REDDITI GIU’ DEL 2,1%
Partendo dal “capitolo redditi”, fondamentale per analisi di questo tipo, si vede che Asti parte già male classificandosi penultima nella classifica regionale – aperta da Biella, che si attesa la provincia più ricca del Piemonte – con un reddito pro capite pari a 18.100 euro, che ha quindi registrato un calo del 2,1% rispetto al 2011. Di conseguenza questo parametro è inferiore alla media piemontese, pari a 20.082 euro, e superiore a quella nazionale (17.655 euro).

LA SPESA COMPLESSIVA
La spesa media in beni durevoli mostra come, l’anno scorso, Asti sia stata una delle province maggiormente colpite dalla crisi, in quanto la spesa media ha registrato, insieme a Cuneo, la flessione maggiore, pari a – 16,2% rispetto all’anno precedente.
Vediamo l’analisi per settore. Il settore delle auto nuove, che fa registrare cali significativi dei consumi in tutte le province, ha visto le “impennate” negative proprio nella nostra provincia, dove la contrazione si è assestata su – 26,9%, e a Cuneo (- 26,6%); sopra la media regionale, invece, Torino (- 22,3%), Verbania (- 21,2%) e Novara (- 17,9%).
Risultati più incoraggianti, a livello regionale, per il comparto mobili, dove la variazione dei consumi si è mantenuta pressoché omogenea in tutte le province, con contrazioni superiori alla media del – 7% solo ad Asti ( – 8,7%), Vercelli (-8,3%) e Biella (-7,3%).
Andamento simile quello dei consumi di piccoli elettrodomestici, dove però i risultati peggiori si riscontrano ancora una volta ad Asti (-7,9%), Vercelli (-6,6%) e Biella (-6,2%).
Il comparto dell’elettronica di consumo nel 2012 presenta, invece, un quadro più frammentato, che va dai 114 milioni di euro di acquisti a Torino ai 9 milioni di euro di Vercelli, Verbania e Biella; Asti è poco più sopra, con una spesa complessiva di 10 milioni di euro.
Chiude infine l’anno con una segno positivo, anche per la nostra provincia, il settore dell’informatica, dove si registrano aumenti dei consumi in tutte le province, anche se la percentuale raggiunta da Asti è la più bassa del Piemonte (+ 1,2%).

«Anche in Piemonte – commenta Stefano Martini, responsabile Comunicazione di Findomestic Banca – gli eventi politici ed economici degli ultimi anni hanno fortemente impattato sul concetto di fiducia, instaurando un modello più controllabile dai singoli individui. Aumenta la fiducia nella sfera privata, nella famiglia, negli amici, nelle comunità solidali o in quanti sono in grado di fornire aiuto, spesso vicendevole».

«Per contro, allontanandosi dalla sfera del privato, Forze Armate, Esercito e Presidenza della Repubblica sono le Istituzioni che più godono della fiducia dei Piemontesi. Tra i soggetti degni più affidabili emergono gli scienziati, i giornalisti, gli imprenditori e i comici, per competenza e capacità di innovare, oppure perché svolgono un ruolo di denuncia. Il contesto pubblico è invece in caduta verticale: rappresenta una realtà astratta e “distante”, verso la quale ci si sente impotenti. Tra coloro che perdono fiducia sono da annotare i politici, i professionisti della finanza, gli immobiliaristi e gli agenti di vendita».

In un contesto di fragilità socio-economica evidente, quindi, anche la spesa delle famiglie piemontesi nel 2012 ha subito evidenti contraccolpi. «I consumi – conclude – sono stati fortemente penalizzati dalla dinamica del reddito disponibile. La tipologia di beni maggiormente sacrificata è stata quella dei durevoli, il cui acquisto è stato rinviato quando non strettamente necessario, aumentando così la vita media dei beni in dotazione delle famiglie. Uniche eccezioni l’home comfort (generalizzando, articoli di elettronica per la casa) e gli smartphone».

Elisa Ferrando

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