I grappoli sono grandi ma i chicchi ancora acerbi, colpa del maltempo che rovescia scrosci d'acqua e temperature ballerine. Nelle cascine, tra le colline fresche patrimonio Unesco, con il naso
I grappoli sono grandi ma i chicchi ancora acerbi, colpa del maltempo che rovescia scrosci d'acqua e temperature ballerine. Nelle cascine, tra le colline fresche patrimonio Unesco, con il naso rivolto all'insù per timore della "tempesta" i vignaioli già pensano alla vendemmia. Operazione che richiede braccia in arrivo, come avviene oramai da anni, dall'estero. I Paesi dell'est Europa, Bulgaria, Romania e Macedonia, sono quelli che forniscono manodopera cresciuta a dismisura, in un settore dove l'offerta supera spesso la richiesta. I primi avamposti dei "raccoglitori" stranieri sono già in città.
Punto nevralgico di incontro piazza Unione Europea che, giocoforza, si trasforma in area-dormitorio: auto, pulmini, qualche vecchio caravan trasformati in case ambulanti. Area-dormitorio che, nel 2013, si è spostata in regione Dota, in un piazzale che il Comune ha attrezzato con bagni chimici, doccia e un attacco per acqua corrente. Raccogliendo il plauso dei residenti di viale Italia ma scatenando le proteste di associazioni umanitarie e di categoria che avevano stigmatizzato le condizioni «al limite della dignità».
Situazione che potrebbe riproporsi anche per il prossimo raccolto. Come conferma il sindaco Marco Gabusi «abbiamo già riunito la cabina di regia con le forze dell'ordine e tutti gli attori coinvolti per delineare il da farsi». E il futuro potrebbe ricalcare la falsariga della scorsa vendemmia. Ancora il primo cittadino. «E' nostra intenzione riproporre il medesimo spazio messo a disposizione dei vendemmiatori stranieri in regione Dota un anno fa, offrendo accoglienza cercando, allo stesso tempo, di arginare il fenomeno». Una linea che la nuova giunta, e la maggioranza, hanno sposato ribadendo che «la disponibilità non è preclusa ma occorre mettere ordine e regole chiare».
Intanto, Comune e Camera di Commercio potrebbero ripetere il "Progetto vendemmia": ad ogni azienda o cooperativa agricola che assumerà un residente a Canelli, in particolari condizioni di disagio economico, per almeno dieci giornate lavorative nel periodo vendemmiale i due enti riconosceranno un contributo di 160 euro. «L'iniziativa punta ? spiega Gabusi – da un lato, a reinserire nel mondo del lavoro persone che ne sono ai margini e, dall'altra, a scongiurare il fenomeno del lavoro nero, soprattutto le assunzioni di lavoratori stranieri che ogni anno arrivano a migliaia nel canellese».