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Economia

Il colosso Amazon compra
l’azienda astigiana Nice

Si chiama Nice ed è un’azienda specializzata in software con sede in via Milliavacca. Fin qui nulla di straordinario. L’eccezionalità sta nel fatto che, venerdì scorso, ha ufficializzato sul

Si chiama Nice ed è un’azienda specializzata in software con sede in via Milliavacca. Fin qui nulla di straordinario. L’eccezionalità sta nel fatto che, venerdì scorso, ha ufficializzato sul proprio sito internet l’accordo di acquisto da parte di Amazon, il colosso mondiale dell’e – commerce con sede a Seattle, negli Stati Uniti, tramite la controllata Amazon Web Services. Un risultato molto importante e prestigioso che premia un’eccellenza astigiana, poco nota ai concittadini, come spesso accade in questi casi, a 20 anni dall’inizio dell’attività. Come racconta l’ingegner Giuseppe Ugulotti, fondatore e amministratore delegato dell’azienda.

«Ho fondato Nice – ricorda – alla fine del 1996, nel garage di casa mia, a Camerano Casasco. In precedenza avevo lavorato per diverse aziende, con una lunga esperienza nell’americana HP. Erano anni in cui avevo pensato di staccarmi un po’ da quel mondo, di “ritirarmi”, e siccome lavoravo a Milano (io sono lombardo) e mia moglie a Torino, avevo deciso di acquistare un cascinale nelle colline dell’Astigiano, di cui amo molto il paesaggio. Poi, dopo una pausa, ho cominciato a sentire nostalgia dell’informatica. E, soprattutto, mi dispiaceva disperdere il bagaglio di conoscenze acquisite. In particolare, sentivo l’esigenza di trasferirle ai giovani. Così ho fondato Nice, partendo da zero e coinvolgendo da subito Andrea Rodolico, giovane astigiano che si era da poco iscritto ad Ingegneria, per poi ampliare col tempo lo staff chiamando altri ragazzi, nella maggior parte dei casi laureati in Ingegneria, Fisica o Informatica (tanto che, ad oggi, l’azienda conta 40 lavoratori tra dipendenti e consulenti esterni). Successivamente ho spostato la sede prima al Castello di Cortanze, poi ad Asti, per poi aprire anche un ufficio in Sardegna».

L’azienda ha cominciato specializzandosi nella branca del calcolo distribuito («ramo di nicchia ma molto innovativo», sottolinea Ugulotti), per poi inventare, nel 2000, un’architettura di cloud, d’avanguardia in quegli anni. Dove il cloud è la cosiddetta “nuvola informatica” che consente di immagazzinare in remoto e rendere disponibili agli utenti grandi quantità di dati tramite internet. Fiore all’occhiello, poi, «lo sviluppo di un prodotto di remotizzazione di immagini in 3D che l’anno scorso è stato premiato al Supercomputing 2015 di Austin, in Texas», come sottolinea il fondatore.   

Tra i clienti di Nice multinazionali e marchi leader dei numerosi settori, dall’aerospazio all’automotive, dall’elettronica alle telecomunicazioni. Tanto per fare qualche esempio, parliamo dei big della Formula 1 (come Ferrari e McLaren), di colossi dell’energetico come Total, di aziende dell’automotive quali Audi e Toyota. Cosa cambierà, adesso? «La condizione che ho posto alla base dell’accordo – conclude Ugulotti – è che l’azienda rimanesse qui, e continuasse a sviluppare attività e ricerca laddove sono nate».

Elisa Ferrando

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