Nonostante la forte crisi causata dalla pandemia, nel 2020 il tasso di crescita delle imprese guidate da donne, nell’Astigiano, è risultato orientato alla stazionarietà.
A caratterizzare le “imprese in rosa”, che nell’Astigiano rappresentano il 23% del totale (dato che vede il nostro territorio ai vertici dellla classifica regionale), è stato infatti un -0,5%, all’interno di un quadro regionale caratterizzato da “numeri” spesso peggiori.
Emerge dai dati del Registro imprese delle Camere di Commercio piemontesi relativi al 2020.
La situazione regionale
Alla fine dello scorso dicembre le imprese femminili con sede in Piemonte ammontavano infatti a 95.879 unità, in diminuzione rispetto alle 96.591 di fine 2019.
Da sottolineare che le aziende “in rosa” rappresentano una fetta importante del tessuto imprenditoriale regionale, raggiungendo una quota del 22,5% delle imprese complessivamente registrate in Piemonte. Operano prevalentemente nei settori del commercio, dell’agricoltura e dei servizi alla persona. Nell’11,4% dei casi sono guidate da straniere, mentre il 10,8% è amministrato da giovani imprenditrici.
Nel corso del 2020, il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ha registrato la nascita di 5.339 imprese femminili, a fronte delle 6.065 che hanno, invece, cessato la propria attività (al netto delle cancellazioni d’ufficio). Il saldo tra i due flussi è risultato, dunque, negativo per 726 unità, traducendosi in un tasso di crescita del -0,8%.
Sebbene il dato sia peggiore rispetto a quello del sistema imprenditoriale valutato nel suo complesso (-0,23%), l’imprenditoria femminile piemontese manifesta una maggiore vivacità, sia in termini di natalità che di mortalità.
La dinamica mostrata dalla componente femminile del tessuto imprenditoriale piemontese appare, inoltre, in controtendenza rispetto a quanto osservato a livello complessivo nazionale (+0,1%).
Il commento del presidente Coscia
«L’imprenditoria femminile riveste un ruolo fondamentale nell’economia del nostro territorio, mostrando una tenacia che sorprende da anni», commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte. «Il Sistema camerale dedica un’attenzione particolare alle imprenditrici: presso le Camere di commercio piemontesi sono costituiti i Cif, Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile, che, in collaborazione con enti pubblici e privati, si occupano di sviluppo e qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria. Sostenere e incentivare l’imprenditorialità in rosa, oltre che essere necessario per una questione di pari opportunità, rappresenterà anche un volano di crescita economica».
I settori di attività
Circa un quarto delle 95.879 imprese guidate da donne svolge la propria attività nel commercio, seguito, a distanza ragguardevole, dalle attività dell’agricoltura, che concentrano il 13,6% delle realtà imprenditoriali, e dalle altre attività dei servizi, in cui trovano spazio le attività dei servizi alla persona, che convogliano il 12 % delle aziende. Quote significative di imprese femminili operano, inoltre, nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (10%) e in quelle immobiliari (7,8%).Le contrazioni maggiori si sono verificate nel comparto agricolo (-2,5%), nel commercio (-2,1%) e nell’industria manifatturiera (-1,1%).
I “numeri” nelle province
Per quanto riguarda la dinamica mostrata nel corso del 2020, si evidenziano variazioni negative per tutte le province, ma con diversi livelli. I dati più critici riguardano Vercelli (-2,1%), seguita da Alessandria, Cuneo e Verbania, tutte e tre con un tasso del -1,3%. Biella segna un calo del 1,1%. Orientati alla stazionarietà i risultati di Asti (- 0,5%), Novara (-0,5%) e Torino (-0,4%).