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In piazza i lavoratori del turismo e servizi
Economia

In piazza i lavoratori del turismo e servizi

Settimana “calda”, a livello di scioperi, quella cominciata ieri. Venerdì 6 maggio si terrà infatti, per l’intera giornata di lavoro, lo sciopero nazionale dei settori turismo

Settimana “calda”, a livello di scioperi, quella cominciata ieri. Venerdì 6 maggio si terrà infatti, per l’intera giornata di lavoro, lo sciopero nazionale dei settori turismo, mense, terme, multiservizi e farmacie. Anche in questo caso, come per lo sciopero del pubblico impiego che si è tenuto ieri, l’iniziativa è stata proclamata a livello unitario da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Uiltrasporti.

Ad essere coinvolti, a livello nazionale, 1,5 milioni di lavoratori (dai baristi ai farmacisti dipendenti, dai lavoratori dei fast food agli impiegati delle agenzie di viaggio), che attendono il rinnovo del contratto nazionale di lavoro da tre anni (nella migliore delle ipotesi) o da sei anni (nella peggiore). Venerdì scenderanno in piazza per ottenere «un aumento salariale adeguato, norme che valorizzino la professionalità, garanzie per l’occupazione e tutele per un lavoro dignitoso. In poche parole: il rinnovo del contratto nazionale di lavoro».

Il giorno successivo, sabato 7 maggio, protesteranno invece in tutta Italia i dipendenti della catena Media World (ad Asti è presente un punto vendita in corso Casale con 33 dipendenti). Anche in questo caso lo sciopero è unitario, promosso da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.

«La motivazione – spiega Nicola Defilippis, segretario generale provinciale Filcams Cgil – è legata alla vertenza nazionale relativa al piano di esuberi annunciato dalla proprietà, che prevederebbe in questa fase la fine dei contratti di solidarietà e un ulteriore piano di esodo volontario. Inoltre, nel caso in cui non ci fosse un numero sufficiente di dipendenti intenzionati ad uscire, la proprietà procederebbe con trasferimenti obbligatori dalle sedi con più personale a quelle dove è invece carente o nei negozi di nuova apertura. Un piano per noi inaccettabile».

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