E' un grido d'allarme devastante quello che arriva dai nostri territori e riguarda tutta l'Italia: «L'aumento delle accise sull'alcol sta mettendo seriamente a rischio la
E' un grido d'allarme devastante quello che arriva dai nostri territori e riguarda tutta l'Italia: «L'aumento delle accise sull'alcol sta mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza di molte distillerie, soprattutto le più piccole, con una ripercussione sull'occupazione che può arrivare al taglio di oltre 6700 posti di lavoro in Italia di cui 500 solo in Piemonte». Se ne è parlato nei giorni scorsi alla distilleria Vieux Moulin di Costigliole, azienda guidata da Elena Borra presidente dei Giovani Distillatori di AssoDistil che, insieme a Federvini, ha fatto il punto della situazione sugli effetti nefasti delle tasse sull'alcol nell'incontro organizzato insieme alla Confartigianato.
Una discussione che si è tenuta su dati reali raccolti dall'Osservatorio congiunturale per conto dell'AssoDistil: quasi l'80% delle aziende in difficoltà attribuisce il calo del fatturato alla crescita delle accise e le previsioni per i prossimi sei mesi sono improntate al pessimismo. Gli incrementi di accisa sugli spiriti e sui prodotti intermedi che interesseranno anche le grappe, dopo i tre aumenti tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 raggiungeranno quota +30% a gennaio 2015. A causa dei tre aumenti successivi delle aliquote, infatti, le aziende della distillazione saranno costrette nuovamente ad adeguare non soltanto le cauzioni per garantire l'Erario, ma anche i listini e i software, per una spesa che incide, nella migliore delle ipotesi, sul 5% del fatturato complessivo.
Per la Grappa, acquavite di bandiera del Made in Italy, è un attacco in piena regola. Ma anche per altri prodotti della tradizione piemontese, come il Genepì ed i distillati a base di erbe, le prospettive sono poco incoraggianti. A soffrire di più sono le piccole aziende, chiamate a fronteggiare da un lato la crisi dei consumi, dall'altro le richieste del fisco. Quasi la metà delle distillerie, infatti, ha visto calare i ricavi nell'ultimo semestre. Il che significa quasi la totalità del settore, composto perlopiù da imprese a conduzione familiare.
AssoDistil e Federvini, da Costigliole, hanno lanciato un appello perchè sia cancellato il quarto aumento delle accise sui prodotti alcolici ed intermedi di cui il Made in Italy è così ricco. «Noi creiamo lavoro, comprando scatole di cartone, bottiglie, tappi, etichette. Abbiamo dipendenti, quindi diamo lavoro. Miglioriamo le nostre sedi e facciamo viaggiare camion. Siamo il motore dell'Italia, un motore fantastico perché la grappa ed i distillati sono tutti italiani. Dovremmo essere tutelati e valorizzati, invece che ostacolati». Le fa eco Franco Rovero, presidente provinciale Distillatori Confartigianato Asti: «Non soffrono solo le aziende del settore, ma tutto l'indotto mettendo in crisi un segmento importante dell'economia del territorio».