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Edilizia, i sindacati: «Inaccettabileil blocco delle trattative»
Economia

Edilizia, i sindacati: «Inaccettabile
il blocco delle trattative»

«La crisi del settore costruzioni è innegabile e strutturale. Ma con questo alibi le associazioni imprenditoriali, Ance in testa, hanno limitato il confronto confinandolo nella sterile analisi

«La crisi del settore costruzioni è innegabile e strutturale. Ma con questo alibi le associazioni imprenditoriali, Ance in testa, hanno limitato il confronto confinandolo nella sterile analisi dell’esistente, per proporre un rinnovo contrattuale con il costo a totale carico dei lavoratori». Sono duri i segretari generali che si occupano dei lavoratori dell’edilizia – Calogero Palumbo (Feneal Uil), Luigi Tona (Filca Cisl) e Filippo Rubulotta (Fillea Cgil) – in merito al blocco delle trattative sul rinnovo del contratto collettivo provinciale di lavoro del settore delle costruzioni (contrattazione di secondo livello), partite a fine ottobre del 2011. Settore che, in base agli ultimi dati della Cassa edile provinciale relativi al 2013 (quindi provvisori), coinvolge 509 imprese (a fronte delle 782 del 2008) e 1.692 operai (contro i 2.671 del 2008).  

«Per la prima volta dopo molti anni – affermano – non si è riusciti a concludere un accordo, dato che la trattativa si è recentemente incagliata. Se, infatti, la crisi del settore delle costruzioni è innegabile e strutturale, dobbiamo prendere atto con amarezza di una differenza. Mentre nelle altre province parti sociali, organizzazioni sindacali e imprenditoriali hanno sottoscritto accordi di rinnovo dei contratti territoriali che tentano innovazioni per evitare che la crisi si stabilizzi, questo non è stato possibile ad Asti».

«Le associazioni imprenditoriali, Ance in testa – sottolineano i segretari generali – con l’alibi della crisi hanno limitato il confronto confinandolo nella sterile analisi dell’esistente, per proporre un rinnovo contrattuale con il costo a totale carico dei lavoratori, eliminando alcune misure di welfare di settore e proponendo un risparmio anche sulla sicurezza sul lavoro con l’abbassamento delle risorse indirizzate alla figura dei RLST (Rappresentanti territoriali dei lavoratori per la sicurezza)». «Il rifiuto della contrattazione di secondo livello – affermano – è inaccettabile, non solo perché non rientra negli impegni assunti a livello nazionale, ma soprattutto perché svela le reali intenzioni dei costruttori edili di Asti, ovvero indugiare confidando in una chimerica ripresa, facendo pagare il costo di questa inazione ai lavoratori. Questo modo di operare mette in luce che gli imprenditori non ritengono strategico il settore, e che le loro iniziative, anche recenti, di denuncia, fossero finalizzate alla mera sopravvivenza e alla ricerca della creazione e del mantenimento di un bacino protetto in cui continuare a fare business».

Rubulotta ricorda quindi i vantaggi di una contrattazione di secondo livello che vada a buon fine. «Oltre a portare benefici economici ai lavoratori – afferma – serve anche a qualificare il settore, a beneficio di imprese e lavoratori. Ad esempio, si potrebbe studiare un meccanismo premiante delle imprese serie in modo da contrastare la concorrenza sleale da parte di ditte che serie non sono».
Nei prossimi giorni i sindacati si presenteranno ai lavoratori per illustrare la situazione e promuovere una manifestazione, da tenersi presumibilmente entro ottobre, per responsabilizzare le associazioni imprenditoriali sulla necessità di avviare un confronto risolutivo.

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