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Economia
Presa di posizione

«Le nostre richieste dopo lo stop ai bonus edilizi»

La posizione di Confartigianato nelle parole del presidente Roberto Dellavalle e del direttore Giansecondo Bossi

«Apprezziamo la disponibilità al confronto con le associazioni di categoria manifestata dal Governo sul “nodo” dei bonus edilizi, ma le ipotesi prospettate, seppur rappresentino un primo passo, non sono ancora risolutive».
E’ il commento “a caldo” di Roberto Dellavalle, presidente provinciale di Confartigianato, dopo l’incontro dei giorni scorsi. Incontro svoltosi dopo la decisione del Consiglio dei ministri, il 16 febbraio, di abbassare la saracinesca del mercato dei crediti fiscali in edilizia con lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura.
«Auspichiamo – continua – che vengano individuate rapidamente le modalità più efficaci per affrontare le priorità dello sblocco dei crediti incagliati degli imprenditori che hanno effettuato lavori utilizzando lo sconto in fattura e la cessione del credito».

Le richieste

D’accordo Giansecondo Bossi, direttore provinciale di Confartigianato. «Occorre – precisa – agire su tre fronti. Innanzitutto aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, sfruttando in parte le imposte che i clienti delle banche pagano agli sportelli tramite i modelli F24. In secondo luogo chiediamo l’opportunità di allungare i tempi della compensazione dei crediti. Prendiamo ad esempio il bonus del 110%. Attualmente questo arco temporale è di 5 anni. Allungarlo a 10 porterebbe banche e privati di avere più tempo per compensare i crediti che andrebbero a maturare. In particolare, agevolerebbe i privati in quanto potrebbero recuperarli in sede di denuncia dei redditi».
Altra richiesta che era stata avanzata, quella di prevedere, dopo un controllo sull’assorbimento dei crediti da parte del sistema bancario, l’acquisto dei crediti da parte della Pubblica amministrazione, in modo da assorbire quelli incagliati. «Il problema – commenta Bossi – è che un recente decreto ha vietato questa possibilità, facendo peraltro tramontare l’apprezzata iniziativa di far acquistare dalla Regione Piemonte 50milioni di euro di crediti. Di conseguenza pensiamo che su questo punto non ci siano molte possibilità di confronto».
Confartigianato inoltre chiede di rinviare – con provvedimento urgente – la data entro la quale è necessario aver presentato la Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata) per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito, mentre per gli interventi di edilizia libera va prevista una specifica modalità per dar prova dell’inizio lavori», conclude il presidente Dellavalle.

L’esigenza

«Se non si vuole veder venir meno i 2,1 punti di crescita del Pil avvenuti tra il 2019 e 2022 e un considerevole aumento degli occupati nel settore costruzioni – aggiunge Bossi – il sistema va reso semplice, evitando l’eccessiva burocrazia che, di fatto, non ha evitato speculazioni e truffe. Come Confartigianato chiediamo quindi che vengano accettate le nostre proposte, ricordando anche che, oltre alla mole di crediti generati, i vari bonus hanno avuto un impatto positivo su due fronti. Primo, in termini di risparmio energetico, peraltro in linea con la direttiva sulla prestazione energetica in edilizia allo studio dell’Unione europea. Secondo, anche se non è stato evidenziato da nessuno, come beneficio sul bilancio dello Stato, sotto forma di imposte e contributi dovuti all’incremento di cantieri in questi anni».

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