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Economia

Quelle occasioni di lavoro
nei paesi dell'Est Europa

Per le imprese ecco le opportunità nell'Europa Orientale grazie ai finanziamenti concessi dalla Banca Europea per gli Investimenti. Si tratta di finanziamenti che vanno ad interessare prevalentemente il settore delle costruzioni, dei lavori stradali, all’interno dei paesi che stanno lavorando per fare il proprio ingresso all’interno dell’Unione europea…

Possibili mercati di investimento, aiuti e strumenti da impiegare per andare incontro gli imprenditori in difficoltà, affinché possano superare questo difficile momento di crisi. Di questi argomenti hanno discusso martedì sera i rappresentanti di Confcommercio, Confartigianato e Confindustria Asti, insieme al presidente della Camera di Commercio, Mario Sacco, e alla presenza dell’avvocato Gianni Jacobelli.

«Da un lato – ha introdotto Mario Sacco – siamo qui a discutere con l’avvocato Jacobelli e le associazioni di categoria delle importanti possibilità lavorative per le nostre aziende che l’Europa offre, grazie ai finanziamenti della Bei (Banca europea per gli investimenti), nei Paesi in fase di ricostruzione post bellica. Si tratta di finanziamenti che vanno ad interessare prevalentemente il settore delle costruzioni, dei lavori stradali, all’interno dei paesi dell’Est Europa che stanno lavorando per fare il proprio ingresso all’interno dell’Unione europea. Allo stesso tempo, però, non possiamo esimerci dal discutere delle possibilità e degli strumenti concreti che possiamo offrire alle nostre aziende per superare questo difficile momento di crisi, per evitare un loro fallimento, come ad esempio guidarli ed aiutarli nell’affrontare un concordato. La cosa importante, però, è fare sistema tutti insieme».

Per venire incontro agli imprenditori l’avvocato Gianni Jacobelli ha ricordato gli strumenti oggi disponibili per «affrontare una situazione negoziata, in grado di consentire adeguate possibilità di ricostruzione alle aziende in difficoltà, come, ad esempio, il concordato con continuità o la ristrutturazione del debito». Ha, inoltre, individuato nelle associazioni di categoria «il luogo giusto per vivere la situazione di difficoltà e per attuare risultati concreti». Tutti concordi su questo aspetto i partecipanti, «l’associazione – ha affermato Giansecondo Bossi, direttore di Confartigianato – deve creare un clima favorevole per affrontare questioni delicate. L’imprenditore non va lasciato solo». Per lo stesso motivo Renato Goria, presidente dell’Unione industriale di Asti, ha sottolineato «il rischio per un imprenditore in difficoltà di ricorrere a consulenze errate, o peggio ancora di finire nelle mani di persone poco raccomandabili».

Altro punto sottolineato da Goria è stata la necessità per l’imprenditore di «poter mantenere la parte sana della propria azienda, perché all’interno di ciascuna realtà c’è una parte sana e una no, con proporzioni diverse. Se la parte buona è l’80% è possibile recuperare». «Il dato positivo emerso – ha aggiunto Biagio Riccio, presidente provinciale di Confartigianato – è il fatto che le categorie produttive sono in sintonia e alleate per dare risposte agli imprenditori, soprattutto in un momento come questo in cui dalla politica arriva nulla».

Cristina Capra

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