«Ho sempre svolto il mio dovere. Non mi interessa un risarcimento economico, ma il reintegro in azienda».
A ribadirlo Massimiliano Lamattina, il magazziniere – nonché RSU Cisl e RLS, cioè rappresentante per la sicurezza – licenziato lo scorso ottobre dalla Itron di Strada Valcossera, unico sito produttivo italiano della multinazionale americana che conta circa 70 dipendenti impegnati a realizzare contatori per l’acqua.
L’occasione è stata la conferenza stampa convocata ieri (giovedì) dalla Cisl dopo lo scadere dei termini lasciati aperti per una soluzione extragiudiziale della vicenda. La Cisl, infatti, aveva subito impugnato il licenziamento, che inoltre aveva scatenato una convinta presa di posizione dei sindacati (insieme alla Cisl anche Cgil, Uil e Ugl) con la proclamazione dello sciopero, cui i dipendenti dell’azienda avevano aderito praticamente all’unanimità, sfociato anche in presidi sotto la Prefettura e il Municipio e nella richiesta di coinvolgimento delle istituzioni. Tanto che il sindaco Rasero si era reso disponibile a convocare un tavolo istituzionale sulla vertenza.
Le parole dei sindacalisti e dell’avvocato Tartaglino
Ieri, quindi, è stato fatto il punto della situazione. Presenti all’incontro, tra gli altri, il segretario generale Cisl Alessandria-Asti Marco Ciani con il segretario aggiunto Stefano Calella, il segretario generale territoriale Fim Cisl Salvatore Pafundi, Massimiliano Lamattina e l’avvocato Gianfranco Tartaglino, che insieme al collega Roberto Caranzano seguirà la vicenda.
«La Itron – ha ricordato Pafundi – ha sempre considerato i lavoratori un valore aggiunto, come dimostra il premio di risultato distribuito negli anni. Tuttavia ora il dialogo con l’azienda è assente. Peccato che il confronto con i sindacati porti sempre ad ottenere dei risultati».
«Ritenendo viziato il licenziamento – ha aggiunto l’avvocato Tartaglino – abbiamo chiesto subito la reintegrazione di Lamattina in azienda, posizione sostenuta e avvallata dal sindacato. Abbiamo anche concesso alla Itron un arco di tempo per risolvere la vicenda in maniera non giudiziale. Il termine è scaduto martedì, per cui ora ci attiviamo giudizialmente, esaminando la questione dal punto di vista civile e penale».
E mentre Stefano Calella ha comunque sottolineato che «le porte del sindacato sono sempre aperte», Pafundi ha reso nota la lettera dell’Unione industriale, arrivata appunto ieri, in cui si richiedeva per conto della Itron «la nomina di un nuovo RLS in azienda oppure l’elezione del nuovo RSU».
«Il clima in azienda – ha aggiunto Pafundi – è molto cambiato. I lavoratori sono sconfortati e spaventati dall’assenza di soluzione della vicenda, di cui ci siamo impegnati ad informare la sede centrale della Itron negli Stati Uniti».
Il commento di Marco Ciani
In merito al licenziamento, Ciani ha sottolineato il fatto che «Lamattina non aveva mai dato problemi in azienda. Anzi, in passato si era distinto per aver contribuito alla definizione, nel marzo 2020, del protocollo Covid, lavorando a stretto contatto con i vertici dello stabilimento, che era stato il primo del gruppo a riaprire dopo il lockdown. In quel frangente si era anche assunto la responsabilità di convincere i colleghi particolarmente spaventati dalla pandemia. Senza contare che in passato aveva anche ricevuto lettere di merito per il lavoro svolto. Nonostante ciò, l’azienda si è irrigidita di fronte al diverbio acceso con il direttore di stabilimento, che può capitare nella vita lavorativa, arrivando al licenziamento».
Alla luce di ciò, Lamattina ha ribadito la sua posizione: «Io chiedo il reintegro: voglio lavorare e portare a casa lo stipendio. Non mi interessa, quindi, la buonuscita che mi ha proposto l’azienda».
L’azienda
L’azienda, da noi interpellata sulla questione, non rilascia dichiarazioni sull’argomento.
Per conoscere come è nata la controversia leggi qui.