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Economia

Studiare lavorando come apprendista
Siglato accordo sulla disciplina salariale

Firmato in Regione Piemonte l'accordo sulla disciplina salariale per le forme di apprendistato. Lo scorso 18 dicembre a Torino l'assessore al Lavoro Gianna Pentenero ha infatti incontrato i

Firmato in Regione Piemonte l'accordo sulla disciplina salariale per le forme di apprendistato. Lo scorso 18 dicembre a Torino l'assessore al Lavoro Gianna Pentenero ha infatti incontrato i rappresentanti regionali di CGIL, CISL e UIL e le associazioni datoriali per giungere ad un'intesa che nell'ottica della Regione «renderà più conveniente in Piemonte per i datori di lavoro assumere con contratto di apprendistato i giovani che, lavorando, vogliano conseguire un titolo di studio, che sia una qualifica o un diploma professionale (apprendistato di I°livello), un diploma di ITS, una laurea triennale o magistrale, un master o un dottorato (apprendistato di III livello)». Per il momento non sono ancora noti i dettagli dell'accordo nè i dati relativi alla sperimentazione finora condotta delle nuove forme di apprendistato.

Quello che è emerso, è che da una parte ai ragazzi sarà consentita l'opportunità di completare un ciclo di studi e di ricevere allo stesso tempo una formazione sul campo mentre per i datori di lavoro sarà possibile assumere con sgravi contributivi. Come spiega la CGIL, che insieme alle altre associazioni sindacali ha firmato l'accordo, la novità più saliente riguarda il trattamento economico, per il quale si è sostanzialmente uniformati a quanto previsto dal decreto "Poletti" del marzo scorso anche se con una modalità che consente di mantenere integro il rapporto di lavoro durante l'intero ciclo sia di formazione sia di lavoro. In pratica, se il decreto Poletti prevedeva il non pagamento del 65% delle ore di formazione, con il nuovo accordo firmato in Regione si è optato per il pagamento e la copertura contributiva di tutte le ore, applicando una riduzione nel complesso equivalente per quanto riguarda l'apprendistato per la qualifica e inferiore ad altre tipologie.

L'accordo è stato dunque sottoscritto dai sindacati sulla base del presupposto della continuità della borsa di studio di 1.500 euro annui quale incentivo alla frequenza nel caso di apprendistato per la qualifica mentre al datore di lavoro sarà pagata dalla Regione una quota sui contributi. Dalla CGIL il commento è positivo: «Riteniamo di avere compiuto una scelta di responsabilità e che va realmente nella direzione dell'investimento in capitale umano: nel caso dell'apprendistato per la qualifica in quanto strumento che consente di rimettere in un percorso di istruzione e formazione professionale giovani che diversamente avrebbero ben scarse prospettive di un futuro lavorativo. Negli altri casi, in quanto trattasi di giovani cui le imprese sono fortemente interessate e che dunque hanno una prospettiva di conferma quasi certa».

Scettico è invece il commento di Biagio Riccio, Presidente di Confartigianato. «A parer mio assistiamo alla morte dell'apprendistato. Apprezzo il tentativo della Regione di trovare soluzioni alla disoccupazione giovanile ma questo accordo non cambierà nulla. Se sarà vero quanto previsto dal Jobs Act, ossia lo sgravio dei contributi per tre anni per le nuove assunzioni, qualsiasi titolare preferirà assumere un disoccupato con esperienza rispetto ad un giovane apprendista inesperto».

Lucia Pignari

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