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Sergio Marchionne, CEO of Fiat SpA, speaks during an interview at the Italian auto maker's joint venture plant with Guangzhou Automobile Corp (GAC) in Changsha, capital of central China's Hunan province, Thursday June 28, 2012. Fiat-Chrysler APAC announced the start of production of the Fiat Viaggio at the GAC-Fiat’s joint venture facility in China. (AP Photo) CHINA OUT
Economia

Quel coraggio di Sergio che l’ha reso Marchionne

Il ricordo di Sergio Marchionne scritto dall’astigiano Corrado Griffa manager bancario e industriale (CFO, CEO), consulente aziendale che lavora in Italia e all’estero

Per concessione dell’autore pubblichiamo il ricordo di Sergio Marchionne scritto dall’astigiano Corrado Griffa per Econopoly Sole 24 Ore. Griffa è manager bancario e industriale (CFO, CEO), consulente aziendale che lavora in Italia e all’estero.

Marchionne: visionario, coraggioso e determinato

La storia aziendale di Sergio Marchionne è contrassegnata da tre operazioni straordinarie che hanno messo in risalto doti uniche: visione, coraggio, determinazione, pazienza unita a capacità di osare, grande razionalità e capacità di essere sempre 3 passi avanti; facendone il CEO più rispettato dell’industria automobilistica.

La prima fu la gestione della uscita di General Motors dall’accordo con cui si impegnava ad assumere il controllo totale di Fiat Auto, siglato dall’allora presidente Fiat Paolo Fresco, in un momento difficile per Fiat; era il febbraio 2005, Marchionne gestì in modo esemplare la risoluzione dell’impegno di GM, che pagò una penale di 1,55 miliardi US$ per chiudere l’operazione; fu il segnale che a Torino c’era un uomo forte e capace al comando. Con la liquidità così incassata Fiat beneficiò di una «provvidenziale e sostanziale» iniezione di cassa a sostegno del rilancio.

La seconda fu l’ingresso in Chrysler: Marchionne dimostrò di saper definire campo di battaglia, strategia di attacco, tempi rapidi della vittoria. Si era nel primo mandato Obama, Chrysler era sull’orlo della bancarotta ed aveva un problema di gamma di prodotti (pick-up, jeep) che consumavano troppo carburante, quindi soggetti a penalizzazioni in molti stati USA; egli offrì a governo USA e Chrysler la tecnologia (motori a basso consumo) e in cambio ottenne una quota di Chrysler, poi elevata sino al 25% al momento dell’immissione sul mercato delle auto dotate dei motori a basso consumo, il tutto senza pagare un $; quota portata al controllo col 58,5% nel gennaio 2012, con acquisti delle azioni di governi e sindacati di USA e Canada, a prezzi pre-concordati. Nel gennaio 2014 il controllo giunse al 100%, passo necessario per la fusione che diede origine a FCA. Marchionne aveva salvato Chrysler, aveva conquistato Chrysler, aveva così salvato il gruppo (prevalentemente europeo e latino-americano), ora un player importante negli USA, ancora il mercato più importante.

Con la creazione di FCA si prospettava la terza operazione: la separazione, esecutiva dal gennaio 2011, delle attività fra automobilistico (FCA coi suoi marchi) ed industriale (Fiat Industrial; ora CNH Global), rendendo più attraenti i rispettivi business per future operazioni; si prevedeva anche la creazione di azioni a voto plurimo, che in caso di delibere assembleari su cessioni, acquisizioni, fusioni consente agli azionisti “stabili di avere un voto doppio, quindi un potere accresciuto (primi beneficiari: la famiglia Agnelli e i fondi che hanno creduto nelle sorti del gruppo). La terza operazione fu anche propedeutica alla quotazione di successo di Ferrari, valutata al momento dell’IPO secondo criteri e multipli da azienda del lusso.

In 14 anni Marchionne ha moltiplicato per 10 il valore delle azioni del gruppo.

Ma questo non bastava: egli aveva in cantiere la quarta operazione, prevista entro la fine del 2019 che ora altri realizzeranno, per rendere la holding di gruppo meno dipendente da auto e veicoli industriali e più presente su media, servizi finanziari ed assicurativi: “accasare FCA” con un gruppo compatibile per dimensione, presenza geografica, gamma prodotti; alcuni pensano alla coreana Hyundai; il prossimo futuro dirà se, come e quando qualcosa si realizzerà.

Il messaggio che lascia Marchionne è chiaro: studiare, immaginare, osare quello che per altri non è possibile, con pazienza, coraggio, perseveranza. Thank you, Sergio.

Corrado Griffa

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