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Economia

Saldi, parte la caccia allo sconto
Previsti da subito forti ribassi

Saldi invernali, si “aprono le danze”. Comincia infatti oggi (martedì) la lunga stagione degli sconti nei negozi, in particolare in quelli di abbigliamento e calzature, che durerà otto

Saldi invernali, si “aprono le danze”. Comincia infatti oggi (martedì) la lunga stagione degli sconti nei negozi, in particolare in quelli di abbigliamento e calzature, che durerà otto settimane, fino a martedì 2 marzo. A differenza degli ultimi anni l’avvio non sarà nel fine settimana, ma alla vigilia dell’Epifania, anche se alcune regioni, soprattutto nel Sud Italia, hanno inaugurato i saldi sabato scorso.

Secondo le stime dell’associazione di categoria Confcommercio, riguardanti tutta Italia, la spesa media per famiglia sarà quest’anno di 346 euro, segnando un + 3% rispetto al 2015, per un fatturato complessivo di 5,4 miliardi di euro. Secondo l’associazione, inoltre, sarà intorno al 55% la percentuale di coloro che ha atteso i saldi per fare acquisti: di questi, il 95% si concentrerà sull’abbigliamento, il 72% sulle calzature e il 30% sugli accessori, e poi via via sugli altri settori. Anche quest’anno, poi, si prevedono in generale da subito sconti elevati, intorno al 30%.

«La gente ormai è abituata a sconti e promozioni tutto l’anno – spiega Cladio Bruno, direttore provinciale Ascom Confcommercio – per cui la riduzione bassa non attira più». D’accordo Mauro Ardissone, presidente provinciale di Confesercenti: «In linea di massima si partirà subito con il 30% di sconto, ma per alcuni commercianti la riduzione sarà ancora superiore. Il boom delle vendite sarà i primi giorni, fino a domenica compresa, per poi calare nelle settimane successive».

L’analisi di Ardissone
Ma come arrivano, quindi, gli operatori del commercio a questa nuova stagione di sconti? «Fortunatamente – commenta Ardissone – riguardo alla vendite natalizie si può parlare di un arresto del calo delle vendite, dopo anni in cui si registravano percentuali col segno “meno”. E siccome tradizionalmente i saldi invernali riflettono l’andamento delle settimane pre feste, ci aspettiamo gli stessi dati anche per le settimane di shopping scontato, con gli operatori dell’abbigliamento, in particolare, che negli ultimi giorni si sono detti un po’ più ottimisti dato che il clima mite delle scorse settimane, che ha penalizzato finora le vendite, sembra archiviato». «Vendite senza “segno meno”, dicevo, per vari motivi. Innanzitutto perché buona parte della popolazione si è resa conto di non aver subito la crisi economica, e ha ripreso a spendere anche per la “ventata di ottimismo” portata avanti dal Governo. E poi perché, dopo un primo periodo in cui è stato utilizzato per bollette e spese urgenti, anche il bonus di 80 euro concesso dal Governo ad alcune categorie di lavoratori sta cominciando ad avere risvolti positivi sul commercio». Ardissone ritiene tuttavia che la logica dei saldi sia ormai superata, dato che oramai i cittadini sono abituati a offerte lungo tutto l’arco dell’anno, per effetto della grande distribuzione e delle vendite on line. «Tuttavia – conclude – è un meccanismo difficile da cambiare, perché questo periodo è ancora molto atteso da chi opera nel settore abbigliamento, a cui serve per ricavare la liquidità e pagare la collezione della stagione successiva».

Il commento di Bruno
A parlare di timido miglioramento nelle vendite natalizie, seppur lontano dalla ripresa, anche Claudio Bruno, direttore provinciale di Ascom Confcommercio. «C’è stato un leggero aumento in settori come l’enogastronomia, la ristorazione e la tecnologia, ma purtroppo lo stesso non si è verificato nel settore della moda e dell’abbligliamento, fatte salve alcune città a vocazione fortemente turistica, come Roma, Firenze o Milano. Una riduzione delle vendite anche a causa dell’inverno mite che abbiamo conosciuto finora. Ma resta il fatto che in questo settore, a dicembre, solo 3 articoli su 10 sono stati venduti a prezzo pieno. E questo deve far riflettere sull’opportunità di scrivere regole nuove e di cominciare a far rispettare quelle esistenti (come il non consentire vendite promozionali nei 30 giorni antedenti ai saldi) a garanzia dei commercianti e dei consumatori. A questo proposito Confcommercio chiede da tempo che i saldi, invernali ed estivi, siano spostati a fine stagione, una ipotesi condivisa dall’80% delle imprese del settore».

Elisa Ferrando

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