La qualità ha premiato chi ha saputo attendere, facendo al meglio il suo mestiere di vignaiolo, come usava una volta, quando si vendemmiava anche nel fango, purchè quello fosse il miglior momento di
La qualità ha premiato chi ha saputo attendere, facendo al meglio il suo mestiere di vignaiolo, come usava una volta, quando si vendemmiava anche nel fango, purchè quello fosse il miglior momento di maturazione delle uve. E' questa, in sintesi, la valutazione data dagli esperti intervenuti all'anteprima della vendemmia 2014 organizzata da Confagricoltura nell'aula magna dell'Università di Asti. All'incontro hanno preso parte tecnici e produttori che hanno portato i loro vini nuovi, di cui già si sono potuti apprezzare i profumi ed i sapori, che renderanno la vendemmia 2014 un'annata decisamente medio alta, a tre stelle su cinque per quantità e qualità, seppure non al livello delle gradazioni cui ci si era abituati in alcune delle precedenti stagioni.
Per Francesco Giacquinta, direttore di Confagricoltura, questo non è neppure uno svantaggio, perché «seppure senza rese eccezionali la qualità è buona, soprattutto per i vini rossi di chi ha saputo aspettare a vendemmiare. La gradazione è adatta ad un mercato che si sta un po' stancando di vini troppo strutturati ed alcolici, che non si adattano alle esigenze della modernità e del "fast food". Questa è una vendemmia diversa, per far bere tutti a costi ragionevoli, anche perché le grandi bottiglie da 40 euro non hanno un mercato così facile: l'insieme dei nostri vitigni produrrà 250 milioni di bottiglie, che non possiamo pensare di vendere al prezzo dello champagne. Il problema vero è la remunerazione di chi lavora, perché le uve si vendono allo stesso prezzo da dieci anni e, nonostante l'agricoltura in questo periodo sia l'unico settore ad aver mantenuto l'occupazione, questa situazione sta facendo pensare a molti di abbandonare la terra».
Nonostante le bizze del tempo, l'Astigiano è stata una zona fra le più fortunate del Piemonte: al di là del meteo, resta comune a tutti il problema della flavescenza, che si combatte meglio nelle zone del Moscato, perché i prezzi delle uve sono più alti ed il territorio non ha gerbidi, come accade invece fra le vigne del Barbera. Secondo Elio Pescarmona (direttore della Cantina sociale "Tre secoli" di Mombaruzzo) «la vendemmia di quest'anno richiede un grande lavoro di cantina», mentre per l'enologo Bruno Rivella la particolarità dell'annata 2014 si spiega con il fatto che il brutto andamento registrato sino a metà agosto si è improvvisamente modificato in meglio dopo il 10 settembre e chi non è stato frettoloso ha potuto vedere un progressivo miglioramento della qualità.
Gli interventi si sono conclusi con la degustazione di alcuni grandi vini: Nebbiolo, "Alta Langa", Moscato e Barbera hanno mostrato di possedere, seppure ancora aspri, tutti i profumi ed i sapori che li faranno apprezzare anche dai palati raffinati, oltre che dalla massa dei consumatori.
Renato Romagnoli